Consulenza: il valore e le emozioni, una marcia in più per i cf

BLUERATING incontra il professore Duccio Martelli, Università di Perugia e Harvard University, per alcune riflessioni sul comportamento dei risparmiatori italiani nel periodo post-pandemico e il ruolo dei consulenti finanziari. Il recente rapporto annuale della Consob sulle scelte d’investimento delle famiglie italiane evidenzia come la crisi pandemica e le mutate condizioni di mercato hanno e stanno tuttora impattando sulle decisioni degli individui.

Complessità incompresa

“I risparmiatori sembrano aver compreso la complessità di gestire le proprie finanze personali, soprattutto in contesti particolarmente incerti e volatili come quelli attuali”, spiega Martelli, “sempre più sentono l’esigenza di delegare la gestione delle proprie finanze a professionisti, al fine di raggiungere gli obiettivi finanziari. Senza l’aiuto di tali soggetti, infatti, la capacità di risparmio degli italiani è divenuta solo occasionale e residuale, a causa dell’assenza di un piano finanziario di lungo periodo e delle crescenti spese correnti, e la gestione in autonomia delle proprie finanze determina oggigiorno stati di ansia mai registrati in passato. I risparmiatori che prima della pandemia erano già assistiti da un  consulente sono stati invece in grado di assorbire meglio gli effetti negativi di questi ultimi anni poiché il supporto di un professionista ha permesso di evitare gli errori comportamentali più comuni. La capacità empatica dei consulenti finanziari nei confronti della clientela, unita alle loro competenze tecniche, ha permesso infatti di valorizzare il loro ruolo e di creare un vero valore aggiunto per la clientela, concentrandosi soprattutto sulla gestione della componente emotiva degli investitori”.

Interfaccia con il mercato

Quale insegnamento possiamo trarne da tutto ciò? “Sempre più studi dimostrano come la capacità di generare valore (in termini di rendimenti medi annui) dipenda dalla capacità dei consulenti di gestire i carichi emotivi dei loro assistiti, soprattutto in mercati particolarmente volatili. Ne deriva che i consulenti devono prendere consapevolezza del loro ruolo di interfaccia fra famiglie e mondo della finanza, dove la comprensione dei bisogni dei clienti, unita alla corretta gestione della componente emotiva, dovrebbe costituire l’attività principale dei consulenti, delegando invece ai gestori o alle piattaforme tutto ciò che riguarda la scelta delle strategie d’investimento”, conclude Martelli.

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