Reti, la cedola è un vero affare

Si avvicina il momento dello stacco delle cedole. E i big del risparmio gestito quotati a Piazza Affari di  certo non sfigurano anche questa volta. I numeri parlano chiaro: in media, considerando le quotazioni dei titoli a metà aprile, il rendimento del dividendo è del 5,2%.

Meglio dell’indice

È un livello superiore al valore medio del dividend yield (per dirla all’anglosassone) del 4% registrato attualmente dall’indice di riferimento per la Borsa Italiana, il Ftse Mib, e al 4,2% relativo al Btp decennale. Certo, resta inferiore all’inflazione dell’Eurozona (secondo le rilevazioni di Eurostat) che a  marzo era pari al 6,9%. Ma c’è da tener conto che negli ultimi sei mesi la performance borsistica media delle blue chip italiane di questo comparto ha superato il 26%.

Uno scenario quindi più che positivo per gli azionisti e per i potenziali nuovi investitori. Scendendo poi nel particolare di ogni singolo titolo del settore, e procedendo per mero ordine alfabetico, per quanto riguarda il gruppo Azimut il dividendo 2023 (relativo all’esercizio 2022) è pari a 1,3 euro per azione, pagato interamente per cassa. La cedola sarà staccata lunedì 22 maggio 2023 e messa in pagamento il 24 maggio. Considerando la  quotazione attuale (rilevata, come detto a metà aprile) il dividend yield in questo caso è del 6,3%. E rende il titolo ancora allettante, considerando anche il multiplo prezzo/utile limitato a 6,8 e una raccolta netta a marzo ancora positiva per 621 milioni di euro che ha proiettato il valore da inizio 2023 a quota 2,6 miliardi.

Stacco il 22 maggio

Passando a Banca Generali, il dividendo stabilito è di 1,65 euro per azione. La cedola, in questo caso, sarà rilasciata in due tranche: la prima parte, pari a un euro, sarà staccata lunedì 22 maggio 2023 con pagamento il 24 maggio, mentre il saldo di 0,65 euro sarà assegnato il 19 febbraio dell’anno prossimo (pagamento il 21 febbraio 2024). Il dividend yield per l’istituto guidato da Gian Maria Mossa sfiora il 5,5%. Certo, in questo caso specifico il ratio tra prezzo e utile è a quota 16, ma la raccolta ha registrato un’accelerazione della crescita dei volumi a marzo con 665 milioni di euro nuovi flussi, un incremento del 39% rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente e del 50% rispetto allo scorso febbraio. Da inizio anno i flussi hanno poi superato quota 1,5 miliardi con un aumento del 4% rispetto al corrispondente trimestre del 2022.

Saldo in due tranche

Ancora, Banca Mediolanum distribuirà quest’anno un dividendo (relativo all’esercizio 2022) complessivo di 0,5 euro per azione. L’ammontare implica un acconto di 0,24 euro già assegnato lo scorso novembre. Il saldo della cedola, pari quindi a 0,26 euro, è stato staccato il 24 aprile e messo in pagamento il 26 aprile. Considerando questi valori e la quotazione rilevata a metà aprile, il dividend yield del titolo è del 5,6%. Segnali incoraggianti poi dal P/E, ovvero il rapporto tra prezzo e utili, è limitato a 8,9 e dalla raccolta netta, che marzo è aumentata di 853 milioni di euro, dato che a sua volta porta il dato sulla raccolta netta complessiva da inizio 2023 a 3 miliardi di euro.

Fineco a quota 3,4%

Infine, ultima ma non certo per importanza, FinecoBank che quest’anno distribuirà agli azionisti  una cedola di 0,49 euro, staccata lunedì 22 maggio e messa in pagamento il giorno successivo. Per il gruppo guidato da Foti, il dividend yield è del 3,4%. Certo, il P/E è a oltre quota 20, ma la raccolta netta di Fineco si è confermata a  marzo estremamente solida e in accelerazione a 1,1 miliardi di euro. Inoltre la società nell’acquisizione della nuova clientela (pari a circa 11mila, il 19% in più rispetto a marzo del 2022).

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