Retrocessioni e inducement: la normativa dell’Ue non è affatto soft

Pubblichiamo di seguito l’opinione di Maurizio Primanni, ceo di Excellence Consulting, sulla Retail Investment Strategy, la nuova normativa della Commissione Europea che non ha vietato le commissioni di retrocessione (come previsto in origine) ma ha comunque introdotto diverse regole per chi colloca i prodotti finanziari.

“Il provvedimento di Bruxelles, “dichiara  Primanni, “ è stato percepito come “soft”, in realtà presenta degli aspetti per così dire rigidi e tecnocratici. È vero che non sono state vietate le retrocessioni se non per le operazioni in regime di execution only; tuttavia, sono stati rafforzati i criteri in termini di trasparenza, ambito in cui si sentono rimandi alla normativa di Mifid 2.  Da evidenziare l’inserimento di nuovi obblighi per l’industria. Mi riferisco in particolare all’articolo 24, che prevede che il consulente fornisca non solo il prodotto più conveniente in termini di costo, ma che escluda features, vale a dire quegli elementi accessori che non sono essenziali per raggiungere gli obiettivi del cliente e che rendono il prodotto più costoso. Continuo a ritenere, come ho sostenuto in questi mesi di dibattito all’interno dell’industria, che l’enfasi sull’abbattimento sui costi non sia la via maestra per raggiungere l’obiettivo programmatico della riforma, cioè quello di incentivare l’adesione degli investitori retail alla partecipazione ai mercati dei capitali in Europa.  Sarebbe molto più opportuno preoccuparsi di come e quanto la consulenza crea valore per il cliente. In questo senso le indicazioni presenti nel provvedimento a favore dell’ulteriore rafforzamento delle competenze dei consulenti mi pare vadano nella giusta direzione.”

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