Consulenza finanziaria e giovani, un sos per il futuro

Negli ultimi tempi si parla molto di ricambio generazionale nell’ambito della consulenza finanziaria. Un settore che ha ancora tanto da fare per attirare e trattenere i giovani che vogliono intraprendere questa professione. Proprio questo argomento è il tema dell’intervento pubblicato su LinkedIn da Gian Maria Mossa, ceo e direttore generale di Banca Generali, che riportiamo integralmente di seguito.

L’Economist di questa settimana titola: “The Baby-Bust Economy” – riportando al centro dell’attenzione l’inesorabile declino demografico e il progressivo invecchiamento della popolazione a causa della costante riduzione del tasso di fertilità. Si tratta di un tema che noi italiani purtroppo conosciamo molto bene scontrandoci da diversi anni con una curva di natalità sempre più piatta nel nostro Paese che ci vede fanalino di coda a livello mondiale insieme a Seul e Tokyo con un tasso di 1,25 figli per coppia (dati Istat 2021) a fronte di una media globale di 2,3 e un livello neutro a 2,1.

Dietro questo declino concorrono diverse cause, non semplici nella loro risoluzione e con tempi di reazione molto lunghi.  Un primo passo importante condiviso da più parti riguarda la crescente centralità che devono assumere le politiche per i giovani e per le famiglie, alimentando quella fiducia e speranza che sono ingredienti essenziali per indirizzarsi verso un percorso di crescita sostenibile.

Dalle varie proiezioni che leggiamo dagli istituti internazionali è evidente che ovunque i giovani saranno sempre più risorse preziose per ciascun Paese e sempre più si dovranno applicare politiche economiche volte a stimolare, attrarre e trattenere le future generazioni. La consapevolezza delle difficoltà che sta attraversando l’Italia sul fronte demografico suona dunque per tutti noi come un campanello d’allarme che ci dovrebbe spingere verso un nuovo modello di sviluppo basato sulla centralità dei ragazzi, del lavoro e della formazione a loro rivolti, valorizzando al meglio i punti di forza che sappiamo offrire in termini di competitività e qualità della vita.

Secondo i dati elaborati dal Sole 24 Ore in questa prima parte del 2023, ben tredici regioni italiane su ventuno stanno affrontando non solo un declino demografico perché in molti scelgono di andarsene, ma fronteggiano anche un peggioramento nel livello di formazione visto il calo nei percorsi che portano al conseguimento della laurea. Le implicazioni di questo scenario toccano tematiche rilevanti chiare a tutti: basti pensare alle pressioni sul sistema pensionistico, il calo della produttività dallo squilibrio domanda-offerta nel lavoro e le difficoltà di inserimento dei giovani nel tessuto produttivo, la sostenibilità del welfare in primis, sanità e assistenza, per non parlare delle dinamiche involutive sull’innovazione e quindi potenziale di crescita delle imprese.

Purtroppo, il dibattito sull’urgenza demografica e le riforme per le generazioni future non sempre trovano lo spazio che meriterebbero non solo nell’agenda politica, ma anche nella sfera delle imprese. Dal nostro osservatorio nel segmento del risparmio, ad esempio, ci troviamo di fronte ad un quadro in cui la ricchezza privata si mantiene su livelli molto elevati ma è detenuta per la gran parte dalle persone più mature, lasciando poco spazio ai giovani, di frequente esclusi dalle dinamiche patrimoniali familiari, trascurati dai professionisti del settore e nell’angolo nel confronto generazionale su queste tematiche che impattano il loro futuro.

LE RICADUTE SUL MONDO DELLA CONSULENZA FINANZIARIA

Le complessità che pervadono la manifattura e l’ambito tecnico del lavoro, arrivano a toccare anche la consulenza finanziaria. Numeri alla mano, infatti sono sempre meno i giovani che si avvicinano alla nostra professione. Oggi solo il 12% dei professionisti hanno meno di 40 anni. E se si considerano gli under 35, la percentuale scende drammaticamente al 2%. Una vera e propria emergenza che rischia di invertire la traiettoria di crescita di un’industria che s’è ritagliata negli ultimi anni un ruolo sociale ed economico molto importante; al servizio della protezione e della pianificazione dei progetti di vita delle famiglie. Chi vuole avvicinarsi oggi alla consulenza deve ancora affrontare barriere d’ingresso di tipo formativo, finanziarie e di affinità generazionale con la gran parte della clientela, ancora troppo limitanti.

Eppure, gli esempi virtuosi non mancano, neanche troppo distanti da noi. Basta infatti guardare alle iniziative sviluppate in Paesi come Israele e Singapore (ma anche Paesi più vicini a noi come la Germania) per rendersi subito conto che senza un cambio di marcia concreto non sono solo i nostri giovani quelli che rischiano di pagare il conto più salato di questa situazione, ma tutti noi trovandoci in difetto di quello slancio di idee e di innovazione che tracciano le rotte del futuro sostenibile.

NEW GENERATION

Di fronte a quest’emergenza, come dicevamo, serve il contributo di tutti e uno sforzo strutturato nella giusta direzione. Nel nostro piccolo, come Banca Generali vogliamo fare la nostra parte, portando la tematica del ricambio generazionale tra le priorità più alte del nostro piano di sviluppo. Lo dobbiamo al nostro Paese ma lo dobbiamo anche a tutti i nostri stakeholder poiché lo scenario che stiamo affrontando necessita di risorse nuove ed approcci diversi. Per questo motivo abbiamo deciso di puntare su un progetto innovativo dedicato interamente ai ragazzi: “New Generation”. Vogliamo creare nuove opportunità e percorsi in cui realizzarsi per i consulenti del domani. La nuova generazione di banker potrà aiutarci ad aumentare la produttività complessiva della nostra rete, fornendo nuovi stimoli ed energie anche ai colleghi più senior, oltre che aiutarci a raggiungere nuovi target di clientela. I giovani consulenti, grazie al trasferimento di competenze, conoscenze ed esperienze dai colleghi senior e ad una formazione continua e personalizzata, potranno creare valore per il risparmio del futuro, crescendo insieme ai propri clienti. Si tratta di un percorso già iniziato di cui cominciamo a vedere i primi frutti, per esempio nel trasferimento di competenze digitali e di comunicazione. La formazione ha il compito di far dialogare questi due mondi apparentemente lontani ma con molti punti di contatto, tra cui in primis la voglia d’imparare gli uni dagli altri. La centralità delle persone è il valore su cui costruiamo il nostro futuro. Un futuro dove inclusività e diversità saranno energia per una crescita sostenibile.

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