Il consulente vessato e un pacco decisamente imbarazzante

Vi ricordate di Giacomo La Mosca? Il consulente finanziario che a febbraio ha cambiato banca e del quale abbiamo parlato nei giorni scorsi?

Giacomo La Mosca, a seguito di un’intervista su: Come diventare un perfetto direttore commerciale di una banca-rete anche se sei un asino (https://www.bluerating.com/banche-e-reti/787111/consulenti-come-diventare-un-perfetto-direttore-commerciale-di-una-banca-rete-anche-se-sei-un-asino) ha comunicato di essere stato querelato per diffamazione a mezzo stampa dalla sua ex banca, dalla quale è uscito nel febbraio scorso e che il direttore commerciale si è riconosciuto nell’asino dell’intervista. A seguito del cambio di banca si è scatenata una vera e propria guerra contro Giacomo La Mosca: (https://www.bluerating.com/banche-e-reti/787829/il-consulente-che-si-prepara-alla-battaglia-con-la-sua-ex-mandante

In merito alla denuncia per diffamazione che la banca ha presentato nella quale il direttore commerciale si indentifica nell’asino a cui fa riferimento l’articolo, il giudice non si è ancora pronunciato rispetto alla decisione di accettare la denuncia e procedere in tribunale con un processo per reato di diffamazione o se invece la vicenda dovrà essere archiviata d’ufficio.

Ci è giunta ora notizia che a Giacomo La Mosca, proprio due giorni fa è arrivato sulla scrivania un pacco anonimo inviato da un’azienda che forse non tutti conoscono ma che farà discutere. Si tratta del sito Shitexpress · Servizio di consegna merda · Mandi la cacca anonimamente che permette di inviare a una persona che si pensa la meriti, della cacca in forma anonima. Il servizio prevede la scelta dell’animale dal quale far provenire la cacca e la tipologia di confezione. Ci è stato confermato che per Giacomo La Mosca è stata scelta la cacca di elefante confezionata in un pacco ordinario con allegato un biglietto anonimo.

Abbiamo raggiunto Giacomo La Mosca al telefono per una conferma dell’accaduto. Ci ha confermato che a seguito dell’ultima intervista il suo telefono ha squillato spesso, alcune volte a vuoto. Alla nostra richiesta di una nuova intervista non ha potuto che concederci poche domande: «Ma solo perché non ho tempo», ha dichiarato. Ci ha lasciato innanzitutto una testimonianza a conferma di quanto accaduto:

«Sì, è vero. Ieri mattina, quando è stata smistata la posta mi è stato recapitato alla scrivania un pacco anonimo. Insospettabile. L’ho aperto e ci ho messo un attimo per realizzare di che cosa si trattava. La mia assistente ha cominciato a preoccuparsi per me ma l’ho tranquillizzata: non è certo un po’ di merda nella vita che mi spaventa…»

«Ha idea chi possa essere il mittente?»

«Non posso dire con certezza chi abbia ritenuto utile spendere il proprio tempo e i propri soldi per inviarmi dello sterco di elefante. Anche se in realtà qualche sospetto ce l’ho. A seguito delle ultime vicende ho scritto una lettera dettagliata a tutti i membri del CDA della banca dove lavoravo chiedendo di licenziare il direttore commerciale, l’area manager di Milano, nonché quella banda di venditori di scope elettriche prestati alla finanza che sul bigliettino riportano la scritta private banker e che stanno ostacolando il trasferimento degli asset finanziari dei clienti in altro intermediario. Come intuisce, è difficile capire per me il simpaticone che mi ha fatto un dono così originale. Così ho inviato lo sterco di elefante al Presidente della mia ex banca, chiedendogli gentilmente di verificare quale conto corrente o carte di credito di uno dei ragazzacci di cui sopra ha pagato la Shitexpress. A quel punto sarà interessante capire se prenderà provvedimenti o meno. A me basterebbe che sappia il nome non mi serve altro.»

«Quindi lei non farà una denuncia alla procura contro ignoti?»

«E perché mai? A parte che i giudici hanno cose molto più importanti da fare che occuparsi di questa storia ma soprattutto questa vicenda va risolta in famiglia e subito. Inoltre, sono un grande sostenitore della libera iniziativa e sostengo le piccole imprese. Di conseguenza non mi dispiace che si venga a conoscenza di questi simpatici imprenditori che sono un interessante connubio tra la valorizzazione e il riciclo di materiale biologico ma che strizzano l’occhio alla tecnologia. Ho notato pure che è possibile anche pagare in Bitcoin? Del chi ha preso l’iniziativa di mandarmi questo dono non mi faccio carico, è solo la conferma che gli asini si confondo fra di noi.»

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