Successivamente è stata la volta del banchiere Vittorio Grilli, ex ministro dell’Economia e ora in JP Morgan, che ha sposato la linea Caltagirone-Del Vecchio contro le liste del cda, spiegando anche come “l’Italia non abbia tradizione anglosassone dove la partecipazione alla vita societaria dell’azionista è una rarità” .
Ma se sia l’Ivass che la Consob hanno operato secondo le proprie regole e autonomie, diverso è il tema su eventuali azioni di concerto tra azionisti forti. Con Caltagirone che ha dichiarato di essere salito al 9,9% di Mediobanca, qualsiasi strategia concordata con Delfin, che possiede il 19,7%, rischia di far scattare un’Opa obbligatoria, essendo la somma superiore alla soglia del 25%. In questo modo, qualsiasi contatto tra i due soci è a rischio, anche in vista del rinnovo del cda di Mediobanca a ottobre.