Generali-Mediobanca, la partita arriva in Parlamento

La questione in corso tra Generali e Mediobanca ha trovato spazio anche nelle aule del Parlamento. Come riporta La Repubblica, la prima ad aprire l’argomento è stata la deputata del Pd Debora Serracchiani, tramite un’interrogazione parlamentare rivolta ai ministri Giorgetti e Urso. “Il governo chiarisca quali procedure sono state seguite dall’Ivass nell’autorizzare Delfin a detenere una partecipazione qualificata superiore al 10% del capitale di Generali. È importante sapere se i ministri competenti siano a conoscenza di fatti e decisioni connesse ad un’operazione che potrebbe riaprire la partita per il controllo della più grande compagnia assicurativa del Paese, con oltre 500 miliardi di attività in gestione”.

Successivamente è stata la volta del banchiere Vittorio Grilli, ex ministro dell’Economia e ora in JP Morgan, che ha sposato la linea Caltagirone-Del Vecchio contro le liste del cda, spiegando anche come “l’Italia non abbia tradizione anglosassone dove la partecipazione alla vita societaria dell’azionista è una rarità” .

Ma se sia l’Ivass che la Consob hanno operato secondo le proprie regole e autonomie, diverso è il tema su eventuali azioni di concerto tra azionisti forti. Con Caltagirone che ha dichiarato di essere salito al 9,9% di Mediobanca, qualsiasi strategia concordata con Delfin, che possiede il 19,7%, rischia di far scattare un’Opa obbligatoria, essendo la somma superiore alla soglia del 25%. In questo modo, qualsiasi contatto tra i due soci è a rischio, anche in vista del rinnovo del cda di Mediobanca a ottobre.

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