Italiani, la scarsa educazione finanziaria costa cara: qualche lettura per l’estate

La scarsa educazione finanziaria può costare caro, soprattutto in termini di risparmi. Parola di Paolo Martini, CEO Azimut Holding, che ha espresso un proprio pensiero e dato qualche interessante consiglio sul tema attraverso un post condiviso sul proprio profilo LinkedIn.

“La scarsa educazione finanziaria costa ogni anno alle famiglie più di 2mila euro e, come riportato da Il Sole 24 Ore Plus24, se teniamo conto degli interessi composti in 10 anni arriviamo a 27.800 euro. All’inflazione, all’aumento dei tassi si somma così un ulteriore costo che pesa sui sogni e sui bisogni presenti e futuri di ciascuno” scrive Martini. “Nonostante le diverse iniziative di sensibilizzazione l’Italia resta ancora fanalino di coda tra i Paesi OCSE. Secondo la recente ricerca di Banca d’Italia, in tre anni il punteggio di alfabetizzazione finanziaria nel nostro Paese è salito, in una scala da 0 a 20, di 0,4 punti: da 10,2 nel 2020 a 10,6 nel 2023. In materia di finanza digitale, indagata per la prima volta quest’anno, il punteggio nazionale arriva solo a 4,4 su 10. Ancora troppo poco”.

“Se da un lato migliorano leggermente i comportamenti e gli atteggiamenti degli italiani verso la programmazione e il risparmio, dall’altro peggiorano le conoscenze. Scegliendo il giusto compagno di viaggio e mettendoci in gioco possiamo però fare la differenza e con l’impegno di ciascuno cambiare davvero le cose. Penso allora a questo periodo di pausa come un momento per prenderci cura di noi stessi anche attraverso l’educazione finanziaria” si legge. “Da 15 anni in Azimut Italia siamo impegnati a promuovere l’educazione finanziaria anche verso i giovani e personalmente è una delle tematiche che mi sta più a cuore e che mi ha spinto negli anni a scrivere diversi libri, tutti scaricabili gratuitamente dal sito Corporate Fintech Consultant”.

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