La Bce si è unita all’Abi nel manifestare un parere negativo riguardo alla tassa sugli extraprofitti bancari.
In particolare, la banca centrale ha notato che la normativa non tiene conto del fatto che, nel medio periodo, l’aumento dei tassi di interesse ha un impatto negativo sui volumi di prestiti, sui costi di raccolta e sulla qualità del credito.
È stato anche osservato che, nella sua forma attuale, la legge penalizzerebbe le banche più piccole che si concentrano principalmente sull’erogazione di prestiti e che si ritiene necessario un chiarimento sulla base utilizzata per il calcolo del tetto allo 0.1% (il perimetro è il totale delle attività oppure solamente l’attivo che genera interessi soggetti alla tassa in questione?).
Il primo ministro Meloni ha commentato che, se ci fossero correzioni necessarie, queste potrebbero essere apportate mantenendo invariato l’importo totale delle entrate previste, ovvero poco meno di tre mld di euro (secondo il Corriere), leggermente superiore rispetto alla nostra stima di 1.5-2 mld.
Inoltre, secondo Il Giornale, il Governo starebbe valutando: una deducibilità parziale del prelievo, da riconoscere come credito d’imposta nei prossimi cinque anni pari al 50% dell’ammontare della tassa e l’esclusione reddituale e patrimoniale dei titoli di stato nel calcolo dell’imposta.