Secondo quanto riportato da La Stampa, il Governo italiano vorrebbe mantenere una quota di controllo in Mps tornando sul tema della possibile cessione da parte
del MEF della quota dell’istituto e dei soggetti eventualmente interessati a un’acquisizione.
Nel dettaglio, secondo l’articolo, sarebbe emersa una divergenza di vedute significativa tra il Governo e Banca d’Italia. In particolare, alla luce del recupero
della performance operativa di Mps, il Governo al momento avrebbe manifestato la volontà di continuare a mantenere una partecipazione di controllo nella banca o comunque di posticipare nel tempo un’eventuale uscita.
Da questo punto di vista, fonti interne al Governo, riferiscono che la tempistica delineata con BCE per l’uscita dello stato da Mps (ufficiosamente fissata per il 2024) sarebbe negoziabile e conseguentemente posticipabile in avanti.
Dall’altro lato Banca d’Italia premerebbe per l’aggregazione di Mps con un altro operatore del settore, spingendo in primo luogo per Unicredit.
Secondo La Stampa tuttavia Unicredit si sarebbe mostrata fredda nel considerare un’operazione con Mps, oltre a segnalare – in ottica di M&A una preferenza verso il Mps.
Con il Governo che vorrebbe preservare la quota di controllo di MPS, non è tuttavia escluso che lo stato – attualmente al 64% della banca – non riduca la propria partecipazione attraverso cessioni sul mercato.
L’articolo conferma la nostra view su come l’M&A non sia necessariamente uno scenario di breve termine sulla banca, su cui invece continuerà a pesare il rischio di piazzamento di una quota da parte dello stato.