Avevamo i capelli neri, adesso abbiamo la barba bianca.
Allora, come adesso, parlavamo di diversificazione e di orizzonte temporale, cercando di spiegare che nessun investimento è valido in assoluto.
In tanti anni abbiamo visto crescere, radicarsi una professione che ha consentito ai cittadini di fare scelte consapevoli, aiutandoli a comprendere che non ci sono pasti gratis.
Con un po’ di presunzione, ma neanche tanta, riteniamo di poter affermare, noi consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, che abbiamo contribuito in maniera determinante ad un processo di crescita per tutto il settore dei servizi finanziari, educando i risparmiatori a divenire investitori.
Già, perché educazione finanziaria è anche spingere ad agire, perché ai consigli deve seguire sempre il momento delle decisioni, adeguate al profilo di rischio, alle risorse ed al tempo.
Abbiamo ritrovato nella finanza comportamentale e nei suoi maestri -alcuni insigniti anche del premio Nobel per l’economia- i principi base del nostro lavoro: l’ascolto, le domande, gli obiettivi, i cassetti degli attrezzi e, ancora una volta, il tempo, un indicatore oggettivo che rappresenta spesso la variabile più soggettiva.
Se tutto questo è vero, e sfidiamo chiunque a dire che non lo sia, non comprendiamo il senso di certe interviste/lezioni di cattedratici che vorrebbero confinarci (qui l’articolo/lettera di un nostro lettore sul tema), limitando un ruolo che invece rivendichiamo con forza.
Se i risparmiatori italiani non sono più soltanto “bot people” lo si deve anche a noi consulenti finanziari che abbiamo spiegato in anni lontani l’importanza della diversificazione e del risparmio gestito.
E lavorando, giorno dopo giorno, con la convinzione dell’assoluta necessità che nei risparmiatori intanto crescesse il tasso di alfabetizzazione finanziaria.
Addirittura nel 2005, con la Carta dei diritti dei Risparmiatori e poi, per dare concretezza a tutto ciò, già nel 2009 con le aule scolastiche di Economicamente, la prima vera pietra in un campo difficile ma utilissimo per la crescita della cultura finanziaria nelle nuove generazioni.
Adesso lèggiamo che qualcuno vorrebbe che facessimo un passo indietro.
È il momento invece di riaffermare ancora una volta, come da tempo diciamo, che per un risparmiatore il migliore investimento è affidarsi ad un consulente finanziario.
“Abbiamo abituato il risparmiatore a ragionare dei suoi bisogni, pianificando il suo risparmio in relazione alle sue esigenze. Lo facciamo ponendo domande ed adeguando le soluzioni a criteri mai standardizzati.
Non ci resta che andare avanti, la strada è quella giusta”.
Scrivevamo questo commento nel 2005, all’indomani dell’approvazione della direttiva Mifid 1 che tanti allarmi inizialmente aveva suscitato negli operatori.
Ora come allora ribadiamo,con forza ed orgoglio, il nostro ruolo ed invitiamo a riconsiderare talune opinioni espresse da chi invece dovrebbe conoscere meglio il lavoro che ogni giorno svolgiamo noi, consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede.