Io, ex consulente di Poste, faccio mea culpa

Pubblichiamo di seguito una mail inviataci da un nostro lettore che già tempo fa ci aveva scritto manifestando la propria soddisfazione derivante dallo svolgere la propria professione in Poste. Ora però tutto sembra essere cambiato…

Gentile redazione di Bluerating, vi seguo sempre con piacere e vi scrivo dopo che avevate pubblicato una mia lettera tempo fa (qui l’articolo). Sento il dovere di farlo perché la scorsa volta ero intervenuto in maniera forse troppo affrettata nel valutare quanto il modello di consulenza di Poste Italiane fosse il migliore disponibile sul mercato. Lo dico facendo mea culpa, anche in relazione alla discussione sui social che derivò dalle mie parole, dalla quale ho preferito escludermi perché fermamente convinto (oggi dico a torto) della mia visione. Sono passati quasi due anni da quelle mie parole e oggi, complice anche un andamento dei mercati non semplicissimo da gestire e una crisi geopolitica evidente che allora non sussisteva, ho compreso che in momenti complessi il mestiere di consulente richiede un certo grado di libertà e assistenza tecnica che solo le realtà specializzate sul mercato possono offrire.

E’ stata infatti proprio la difficoltà personale nella gestione ottimale della clientela tra il 2022 e l’inizio del 2023, unita al passaggio di un mio caro collega e amico a una importante realtà dell’advisory italiana, a convincermi a provare una nuova avventura professionale lontano dalla “confort zone” (che poi ormai confort zone non era, per motivi personali) di Poste Italiane. Ebbene, a quasi un anno dal mio passaggio, posso dirvi che non sono minimamente pentito. Rimarrò sempre grato a Poste, ma ora sento di avere fatto un passo avanti nella “maturità” della mia professionalità, cosa che a quasi 33 anni è fondamentale fare. Non mi manca il contratto da dipendente perché ho compreso che la consulenza è prima di tutto un’attività imprenditoriale al servizio della comunità e solo vivendola così può esprimere al meglio il proprio apporto personale e quello sociale. Per fare consulenza serve spirito di iniziativa e il supporto di strumenti articolati, unitamente a una offerta il più possibile ampia e flessibile. E questo, lo ribadisco, è qualcosa che solo chi fa consulenza da sempre, mettendo al centro i professionisti, può offrire. Sperando nella pubblicazione, vi ringrazio per l’attenzione.

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