L’intelligenza artificiale, nelle sue varie declinazioni, è ormai pienamente entrata anche nel mondo della finanza e degli investimenti, gettando così le basi per un futuro con nuove regole.
Ne ha parlato Paolo Martini, ceo di Azimut Holding, attraverso un post condiviso su LinkedIn: “Negli ultimi anni la tecnologia è stata la grande protagonista dei cambiamenti avvenuti sul mercato a partire dalla natura dei beni scambiati fino alle modalità di conclusione e registrazione delle transazioni. Elementi ben esemplificati dall’affermazione dei Non Fungible Tokens (Nft). Un fenomeno, relativamente recente, e in continua evoluzione di cui ho potuto esaminare la sostenibilità economica delle piattaforme che li commercializzano, grazie anche al contributo di Marita Freddi, General Counsel di Azimut Italia, all’interno del libro “Il mercato dei non fungible tokens tra arte, moda e gamification” della professoressa Allegra Canepa, docente di diritto dell’economia all’Università degli Studi di Milano” si legge.
“I costi sempre più elevati, sia per negozi solo digitali che solo fisici, stanno portando molte aziende verso business model “ibridi”. Una tendenza al multicanale che appare interessante valutare con riferimento alle piattaforme di commercializzazione di Nft dove una dinamica ibrida potrebbe essere complicata, anche se non mancano casi di successo. In questo contesto però non possiamo non considerare l’impatto che gli algoritmi e l’intelligenza artificiale hanno per le realtà imprenditoriali avendo ampliato le opportunità di creazione del valore e potendo sfruttare quel sistema ingegnoso uomo-macchina” conclude Martini. “Come racconto tra le pagine del libro, l’evoluzione è in atto in tutti i settori, anche in quello finanziario e solo muovendosi verso modelli ibridi e con un supporto diversificato dell’IA, si possono creare modelli di investimento che danno valore alla nostra economia”.