Si è svolto ieri, come da programma successivamente alla conclusione di ConsulenTia 2024, il congresso straordinario Anasf finalizzato all’approvazione di tre modifiche statutarie. Nel dettaglio si è votato per rendere Anasf una associazione riconosciuta con personalità giuridica, per negare la possibilità al management dell’associazione di occupare altre cariche in diversi enti o fondazioni e per vietare a chi non eserciti la professione di avere ruoli primari nell’organismo. Tutte e tre le modifiche sono state approvate con 71 voti a favore, uno in più rispetto alla maggioranza qualificata di 70 necessaria per la retifica. In merito a questa votazione, riportiamo di seguito un comunicato inviatoci da Jonathan Figoli, attuale membro del Consiglio nazionale dell’associazione.
Ieri 21 marzo non si è realizzato il sogno di far sbocciare la primavera anche in Anasf. Al congresso straordinario (straordinario perchè organizzato in tutta fretta quando uno ordinario è già programmato per il prossimo novembre) si è votato per l’inserimento dell’Anasf all’interno dell’elenco delle associazioni riconosciute sperando così di recuperare quella credibilità e quell’importante ruolo che storicamente l’Anasf ha sempre avuto e che oggi, nonostante i suoi 47 anni di storia, teme evidentemente di aver perso visto che ritiene indispensabile dotarsi di questa etichetta per essere maggiormente ascoltata.
Un congresso quello di ieri a margine di Consulentia dove è mancato assolutamente il confronto, dove la “curva” era stata preventivamente ingaggiata al solo fine di interrompere e fischiare gli interventi senza una minima volontà di ascoltarli. Dove c’è stato un unico intervento sui sette proposti in favore della delibera (nessuno, oltre a Riva si è espresso favorevolmente). Dove una questione così epocale per l’associazione è passata con soli 70 voti favorevoli di delegati in scadenza di mandato rispetto ai 151 che ne avevano diritto (ovvero appena il 46%).
Personalmente ho provato a far comprendere ai colleghi presenti il Rinoceronte Grigio (ovvero la grande minaccia a grande impatto) che questa delibera avrebbe portato deresponsabilizzando i dirigenti nel non dover più rispondere con il proprio patrimonio personale nel caso di malagestio. Non sto facendo riferimento solo agli aspetti contabili -ci mancherebbe anche che dei Consulenti Finanziari non sappiano gestirne i bilanci – ma al fatto che i dirigenti non siano più tenuti a rispondere personalmente alle spese legali di eventuali delibere “incostituzionali”. E chissà quanto ha influenzato nella scelta di fare tutto in urgenza l’attuale causa in corso relativa alla caduta di stile legata all’adesione a Confesercenti? Almeno speriamo che il vicepresidente Riva sia di parola con quanto detto in congresso e voglia ora davvero smarcare la nostra Professione da benzinai e piccoli commercianti.
In questo congresso gli “interessi di palazzo” e la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato questa fase dell’associazione si sono salvati per appena due voti. Un paio di colleghi che non hanno neppure compreso la gravità di approvare, nelle modifiche di statuto (proposte da chissà chi visto che non sono mai state condivise in consiglio nazionale), anche norme che vanno fortemente a limitare la rappresentanza in associazione. Con le disposizioni portate da questa dirigenza infatti, nonostante io sia stato fra i candidati ad aver ottenuto più preferenze alle ultime elezioni (e sono tutti voti su valori e progetti e non chiesti “per rappresentanza” a colleghi in ufficio) non mi sarà più consentito di essere eletto perchè, invece di apprezzare l’apertura a nuove idee e contributi, nella paura del confronto propria dei regimi autoritari, si è preferito restringere la governance dell’associazione.
Quella di oggi è diventata un’associazione che riesce a tenere ai margini e a far fuori chi non è allineato e si propone come alternativa, un’associazione che non è più nemmeno capace di far sentire la propria voce come dimostra la conferenza di apertura di Consulentia – ahimè evento neppure più gestito direttamente da Anasf stessa- dove, davanti alle autorità, si è parlato di geopolitica, intelligenza artificiale e persino di fondi pensione ma nulla riguardo al nostro ruolo sociale né tantomeno alle istanze di nostro interesse (siamo per la consulenza a parcella o per i rebates? Di questo non si è neppure accennato). Per non parlare della recente indicazione del Comitato Edufin – dove Anasf è comunque presente tramite OCF- sul fatto che il consulente finanziario NON abbia le qualità per svolgere l’attività legata all’educazione finanziaria (tema che interessa ad Anasf solo a parole considerate le pochissime iniziative fatte in favore della cittadinanza adulta; ecco, citando l’ultimo spot Anasf, anche su questo tema stiamo solo sognando ma ancora dormendo profondamente).
Sono però certo che il segnale politico che arriva da questo congresso sia forte e chiaro!
Mi sorprende il silenzio assordante delle figure storiche dell’associazione, di quelle persone, leader carismatici un tempo, che hanno portato avanti le grandi battaglie in favore della consulenza, ma felice che, in ordine sparso, senza legami specifici con questa o quella rete, persone che arrivano da ognuna delle liste presenti alle ultime elezioni abbiamo deciso, con il loro voto contrario di far capire il loro dissenso e la loro voglia di creare un’associazione diversa.
Continuo infatti a essere un inguaribile ottimista e sono certo che l’impegno concreto di tutti coloro che hanno a cuore questa storica associazione e la bellissima professione del consulente finanziario potrà far arrivare la primavera a sconfiggere il freddo inverno già alle prossime elezioni.
Io continuerò a fare il possibile per dare sempre più credibilità e riconoscibilità alla nostra categoria sia supportando le iniziative delle persone valide che in associazione ci sono, sia ragionando sull’invito del presidente Conte fatto nell’ultimo CN di valutare lo spazio per la creazione di nuove iniziative associative.
Chiudo con l’augurio che non vengano disperse quella grande voglia di fare e di migliorare questa associazione e , in senso più ampio, la nostra professione, che si respira – per fortuna ancora in modo forte- sui territori.
Iscrivetevi ad Anasf quindi e andate a votare alle prossime elezioni. Una speranza c’è ancora!