Si è conclusa la seconda edizione del Bain Banking Event a Milano, che ha riunito i leader del settore per discutere i trend dell’industria.
Wealth management, una grande opportunità
In particolare, per quanto riguarda il wealth management, la ricerca di Bain & Company ha avidenziato come negli ultimi anni gli italiani si siano impoveriti: la ricchezza finanziaria netta in termini reali è calata del 14% tra il 2021 e il 2022. Anche rispetto agli altri Paesi europei e prendendo a riferimento il periodo tra il 2011 e il 2022, il quadro non è roseo in quanto la ricchezza finanziaria netta degli italiani è cresciuta meno rispetto a quella dei francesi e dei tedeschi. Tra le cause più importanti, vi sono scarsa informazione (meno del 10% degli italiani si informano sui mercati almeno per un’ora alla settimana), bassa propensione agli investimenti (meno del 5% risparmia con l’obiettivo di investire) e focalizzazione su prodotti poco rischiosi (48% della ricchezza finanziaria detenuta in depositi, rispetto al 43% della media europea e il 15% circa dello UK).
“Si stima che, tra 5 anni, oltre un quarto della ricchezza del Paese vivrà un passaggio generazionale e i clienti oggi di età compresa tra i 45 e i 64 anni costituiranno il cluster più ricco. Questi clienti sono più soddisfatti del servizio offerto dalle Reti rispetto a quello delle banche tradizionali, ed esprimono la necessità di un’interazione combinata, digitale e fisica. Per i player del settore, quindi, servire i clienti di domani richiederà un’evoluzione importante del proprio modello di servizio, oggi pensato ed apprezzato dai clienti più senior (oltre i 65 anni). Per cogliere il pieno potenziale del segmento affluent, che concentra il 20% dei clienti e il 50% delle masse in Italia, sarà necessario presidiare quattro aspetti chiave: scegliere accuratamente soglie e logiche di segmentazione, in logica behavioural based, assicurare una gestione del portafoglio clienti efficace, garantire un servizio di qualità facendo leva su competenze evolute dei gestori, e, infine, intercettare al meglio i cosiddetti hidden affluent”, commenta Daniele Funaro, Partner e responsabile EMEA Wealth & Asset Management di Bain & Company.
Saverio Perissinotto, presidente di Eurizon, ha poi in merito dichiarato: “L’analisi di Bain dimostra che c’è stato un impoverimento reale della ricchezza delle famiglie in Italia a causa dell’inflazione, ma stiamo parlando di un fenomeno recente che è in netta decelerazione. La ricchezza finanziaria rimane ancora a livelli elevati in Italia, parliamo di oltre 2.300 miliardi di euro di masse in gestione secondo i dati Assogestioni a cui si aggiungono circa 1.600 miliardi di liquidita nei conti corrente o in forme di raccolta diretta di breve termine. Noi italiani rimaniamo un popolo di risparmiatori, ma non necessariamente degli allocatori efficaci di questa ricchezza finanziaria . Manca ancora una certa consapevolezza nel definire un’asset allocation efficiente funzionale ai propri obbiettivi patrimoniali di medio periodo. La nostra industria produce un numero infinito di informazioni che possono essere di ausilio per incrementare la consapevolezza delle scelte d’investimento dell’individuo, ma certamente il mondo della distribuzione compie l’ultimo miglio nel dialogo con la clientela tramite l’azione di consulenza”.
La ricerca di Bain & Company evidenzia inoltre il ruolo centrale delle banche per preservare la ricchezza del Paese e un potenziale contributo agli utili del settore da GenAI fino a cinque miliardi di euro.