Lehman, il silenzio dei promotori…

Malgrado siano passate più di tre settimane quella vicenda continua a frullarci nella mente. Riflettendoci, tutto può sembrare assurdo ma invece è tutto vero e documentato. Ma perlomeno hanno avuto la buona creanza di togliere quello sgorbio dal sito.

Ci riferiamo alla pagina del sito di PattiChiari, l’associazione di banche italiane nata qualche anno fa con lo scopo di ristabilire un clima di fiducia tra le banche stesse ed i consumatori, dove si parla di obbligazioni a basso rischio citando quelle della Lehman Brothers, la banca d’affari USA caduta malamente a seguito della bolla subprime. Un crollo che ovviamente ha avuto pesanti ripercussioni sui mercati finanziari di tutto il mondo.

Evidentemente questa buccia di banana ha fortemente incrinato la fiducia nei confronti di “PattiChiari”e degli intermediari che hanno continuato a offrire prodotti con sottostante Lehman, incuranti delle nubi che già si presentavano minacciose.
Davvero nessuno sapeva?

Da tempo parecchi segni indicavano che non conveniva investire in Lehman. Se già il 17 marzo scorso, con quasi sei mesi d’anticipo, l’ufficio studi di Consultique aveva spedito una e-mail agli associati dove si specificava che “a causa della crisi di liquidità e, dunque, della possibilità che i titoli obbligazionari di Lehman Brothers possano a breve subire ulteriori crolli, si consiglia di vendere al più presto i titoli obbligazionari di suddetta banca” e questi sospetti sembrano così evidenti, come mai non erano lampanti alle banche internazionali, alle società di revisione, agli investitori e, cosa più importante, agli intermediari?

Bluerating non ha voluto iniziare un’inutile e sterile caccia alle streghe ed un processo di demonizzazione il più delle volte ingiustificato dei mercati finanziari e dei suoi operatori. Eppure con un’inchiesta abbiamo voluto scoprire se le reti di intermediazioni, come i solerti analisti di Consultique, erano a conoscenza delle condizioni disperate di Lehman.

Ebbene dopo aver sentito le prime 10 reti italiane per raccolta la risposta è generalmente negativa. Nonostante “qualche rumors che circolava” per le reti di promotori la vicenda del collasso finanziario della banca d’affari è piombato come un fulmine a ciel sereno, mettendo in grave crisi la fiducia verso gli intermediari e lasciando intravedere, in prospettiva, delle carenze gravi e concrete sulle analisi tecniche che dovrebbero guidare le iniziative degli intermediari.

A questo punto bisogna capire se le reti hanno voluto distogliere lo sguardo dalla vicenda, per evitare di angosciare i clienti con notizie shock o se, effettivamente, non hanno i mezzi per prevedere ribaltoni di questo genere.
Con il potenziale scoppio di altre bolle alle porte, in primis quella islandese, la questione può diventare allarmante.

Come consuetudine per rispondere a questo gravoso quesito lasciamo spazio ai nostri lettori.
 

 

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