Crisi dei mercati, a rischio la passione degli italiani?

Chi credeva che il calcio potesse rimanere un’oasi felice si sbaglia di grosso. La crisi finanziaria internazionale non fa infatti sconti nemmeno al gioco più popolare del pianeta. E al paese che più di altri è stato bravo a costruire uno show-business planetario. Ci riferiamo, ovviamente, all’Inghilterra e alla sua Premier League.

Il campionato che spesso è stato paragonato a una “gallina dalle uova d’oro”, che ha attirato investitori da tutto il mondo, compresi i sempre presenti fondi sovrani arabi, sta attraversando un momento particolarmente critico per la spirale di debiti che porta con sé. 

Passività che, nell’attuale fase di scarsa liquidità, rischiano di far saltare il banco. Il buco, secondo indiscrezioni, ammonterebbe addirittura a oltre 3,5 miliardi di euro. Una cifra monstre che con poca probabilità verrà coperta dai faraonici contratti di sponsorizzazione, dalla pur ricca gestione diretta degli impianti sportivi  e dalle migliaia di gadget venduti agli scatenati tifosi inglesi che concorrono a comporre i bilanci delle squadre, un tempo indicate dagli osservatori come un esempio da seguire.

In questa particolare classifica svetta tra le società più in rosso il West Ham, il team del neo-allenatore Gianfranco Zola, pesantemente colpito dalla crisi finanziaria che ha interessato il mercato islandese e il suo proprietario, Bjorgolfur Gudmundsson, noto finanziere dell’isola colpita dalla bolla speculativa.

In ogni caso anche il Chelsea del Paperone Roman Abramovich (nella foto) paga attualmente un rosso da 800 milioni di euro mentre il proprietario del Manchester United, il magnate USA Malcolm Glazer, rischia di non reperire i fondi necessari per restituire il prestito straordinario contratto nel 2005 per l’acquisto del club e potrebbe decidere di vendere gli asset societari per una cifra vicina agli 800 milioni di euro. Infine anche i proprietari del Liverpool, i texani Tom Hicks e George Gillett, sempre più pressati dalle banche, continuano a procrastinare la costruzione del nuovo stadio che sostituirà il mitico Anfield Road.

Intanto per quanto riguarda la serie A al momento non si segnalano particolari casi difficili.

Tuttavia arrivano buone notizie per i tifosi di Juve e Milan. Saras, l’azienda di famiglia del patron dell’Inter Massimo Moratti, sta rivedendo il piano di investimenti quadriennale da 1,23 miliardi di euro a causa delle turbolenze di mercato e della prospettiva di un rallentamento dell’economia.

Il modello di business che si è imposto in Inghilterra è destinato a fallire a vantaggio di club, come quelli italiani, che possono contare su un ricco mecenate? A voi lettori l’ardua sentenza.

 

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