Ha fatto discutere l’articolo sull’attacco di Federpromm allo spot Fineco. Qui di seguito pubblichiamo una lettera a firma Giacomo La Mosca inviata alla nostra redazione. Vi ricordiamo che potete scriverci a [email protected]
Nel panorama sempre più cinematografico della consulenza finanziaria, un recente spot pubblicitario sembra l’episodio pilota di una nuova serie TV, su Netflix. I protagonisti? Giovani e affascinanti consulenti finanziari, con capelli perfetti e sguardi intensi, intenti a “salvare” clienti smarriti. Manca solo la musica drammatica di sottofondo e il colpo di scena finale.
Peccato che la realtà sia un’altra. L’età media dei consulenti finanziari in Italia è di 52 anni, con oltre il 63% degli iscritti all’albo che ha almeno 50 anni. Insomma, il settore è ben rappresentato dai veterani, quei professionisti con decenni di esperienza e non esattamente abituati a farsi da parte senza combattere.
Certo, apprezzabile lo sforzo cinematografico, ma una domanda sorge spontanea: al casting si sono dimenticati delle signore e dei signori over 50? O forse, più strategicamente, hanno deciso che il futuro della consulenza finanziaria è fatto di volti freschi e sguardi magnetici? Se così fosse, i veterani potrebbero aver trovato un nuovo nemico: il casting director.
E già che ci siamo, vorrei sapere: possiamo visionare anche le consulenti finanziarie donne? O lo script prevede solo il “salvatore della patria” in versione maschile? Perché se vogliamo davvero essere moderni, allora l’equità di genere dovrebbe essere il minimo sindacale.
Ma non voglio limitarmi alla critica, anzi, ho un suggerimento rivoluzionario per questa rete così innovativa: perché non raccogliere e certificare le performance di ogni vostro giovane consulente finanziario attraverso una società di revisione indipendente? Magari con un bel rating che attesti risultati, gestione del rischio e costi per i clienti. Sarebbe uno straordinario passo avanti in termini di trasparenza e concretezza, altro che effetti speciali e casting da copertina.