UniCredit può rinunciare a Bpm se la stessa cambierà l’Opa su Anima

“Un incremento del prezzo dell’Opa su Anima” da parte di Banco Bpm “e la rinuncia, in tutto o in parte delle condizioni dell’offerta o anche a una sola di esse potrebbe determinare la risoluzione o l’inefficacia” dell’Ops da parte di Unicredit sul’istituto guidato da Giuseppe Castagna. Ad affermarlo è in una nota stampa il gruppo di Piazza Gae Aulenti dopo che Bpm ha alzato il prezzo dell’offerta su Anima da 6,20 a 7 euro.

UniCredit afferma che “non è chiaro quali siano le azioni di mitigazione” ipotizzate da Banco BPM al fine di mantenere il proprio ratio CET1 più alto del 13% nel corso del piano, indipendentemente dal trattamento regolamentare dell’acquisizione di Anima, mantenendo anche un ratio di pay-out sulla distribuzioni pari all’80% dell’utile netto. UniCredit, in una nota, fa poi notare che i dati riportati nella relazione illustrativa relativa all’assemblea convocata da BPM per aumentare il corrispettivo dell’Opa su Anima indicano che, in caso di adesioni per il 100% e di non applicazione del Danish Compromise, il CET1 di Bpm diminuirebbe di circa 268 bps, diminuzione che si aggiungerebbe all’onere finanziario derivante dall’incremento del prezzo.

“L’Opa Anima – aggiunge UniCredit – eseguita alle nuove potenziali condizioni, potrebbe potenzialmente risultare incoerente con quanto annunciato al momento della presentazione al mercato dell’operazione il 6 novembre 2024, quanto l’operazione era descritta come tale da assicurare un elevato ritorno sull’investimento con limitati assorbimenti patrimoniali”.

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