Prestiti bancari più difficili per le donne. Il gender credit gap valeva 68 miliardi di euro l’anno scorso e il dato è in linea con quello relativo al 2023. Nel complesso, le donne accedono a meno del 20% del totale del credito erogato alle famiglie, mentre agli uomini ne è destinato oltre il 34%. Il restante 45% è costituito da finanziamenti cointestati – congiuntamente a un uomo e una donna o a più persone – che però non garantiscono di per sé autonomia finanziaria alle donne. Se si considera quindi il credito intestato individualmente, il divario risulta evidente: gli uomini ricevono oltre un terzo del credito complessivo, mentre alle donne spetta appena un quinto del totale. La differenza, tradotta in termini assoluti, vale circa 68 miliardi di euro in favore degli uomini: su un ammontare complessivo di 472 miliardi, 162 miliardi sono stati concessi a clienti maschili, mentre solo 94 miliardi a clienti femminili. A dirlo è una nuova ricerca ricerca della Fabi.
Le differenze non si distribuiscono in modo uniforme sul territorio nazionale, ma mostrano divergenze significative tra le regioni e le macroaree geografiche. Nel Nord Italia, che comprende Nord Ovest e Nord Est, la percentuale di credito erogato alle donne si attesta intorno al 19,6%, mentre agli uomini è destinato circa il 34,6%. Nel Centro Italia le donne ottengono mediamente il 22,3% del credito, contro il 33,7% destinato agli uomini, una situazione relativamente più equilibrata rispetto al resto del Paese. Nel Sud la percentuale femminile scende al 18%, mentre nelle Isole si attesta intorno al 20,3%, con un accesso al credito maschile che si aggira rispettivamente sul 34,2% e 35,8%. La disparità di genere trova conferma anche nel credito bancario: agli uomini va quasi il doppio dei prestiti rispetto alle donne. Lo stock dei finanziamenti alle famiglie concesso dagli istituti, a settembre 2024, ammontava a oltre 472 miliardi: di questi 162 miliardi è stato erogato agli uomini, 94 miliardi alle donne e 215 miliardi si riferiscono a contratti di finanziamento cointestati. Complessivamente, il credit gender gap nel 2024 è rimasto agli stessi livelli dell’anno precedente (circa 70 miliardi su scala nazionale): il credito concesso alle donne è pari al 20,3% del totale contro il 35,8% di quello degli uomini, mentre valgono il 44% i finanziamenti cointestati. La distanza tra le donne e il credito accomuna tutto il territorio nazionale: il divario è distribuito, infatti, in tutte le aree geografiche del Paese. Le regioni peggiori risultano Campania, Puglia, Veneto, Sicilia, Lombardia, Piemonte e Basilicata, dove il credito concesso alla clientela femminile non supera la media nazionale, pari al 19,98%. Le tre migliori, invece, si confermano, come nel 2023, Valle d’Aosta, Sardegna e Lazio dove i finanziamenti bancari per le donne arrivano rispettivamente al 25%, 23,4% e 23%. In Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Umbria, Marche, Trentino-Alto Adige, Abruzzo, Toscana e Liguria le quote rosa del credito vanno dal 20% al 22,4%. La mappa del credito bancario mostra quanto l’accesso ai finanziamenti, in Italia, sia prevalentemente maschile e quanto il fenomeno sia diffuso in tutto il territorio nazionale. Da Nord a Sud, agli uomini viene concesso molto più credito rispetto alle donne, e se il primato della discriminazione di genere è tutto meridionale, il mercato del credito in favore della clientela femminile stenta a decollare anche nei territori settentrionali. Le ragioni di questa disparità sono comuni: il tasso di occupazione più basso, innanzitutto, ma anche la maggiore occupazione delle donne nei settori con le retribuzioni più basse, il largo ricorso al lavoro part time che portano a stipendi e pensioni ridotte; la contenuta attitudine al rischio; minori dotazioni patrimoniali, soprattutto immobiliari, necessarie per le garanzie bancarie.
LA GRADUATORIA REGIONALE DEL CREDIT GENDER GAP: LA CAMPANIA RESTA MAGLIA NERA
Sono otto su 20 le regioni dove i numeri del credito bancario in favore delle donne non raggiunge neanche il 20% del totale erogato. Il primato del divario di genere spetta alla Campania, che si conferma maglia nera con il 16,75% del credito erogato alle donne, rispetto al 32,1% riconosciuto alla clientela maschile e con una differenza di genere che si traduce in quasi 4,6 miliardi in meno destinati alle donne campane. Tra le otto peggiori regioni, cinque sono al Sud, dove in media alle donne è stato riconosciuto meno del 18% dei mutui e prestiti mentre agli uomini il 34,2% in media sul totale. In queste regioni, il divario medio, in termini economici, si attesta a 3 miliardi, partendo da un minimo di mezzo miliardo in meno concesso alla clientela bancaria femminile in Basilicata, passando a 4,3 miliardi di Sicilia e Puglia, fino ad arrivare ai 4,6 miliardi in Campania, mentre in Calabria si attesta a 1,1 miliardi. Chi dà più spazio nel credito alle donne continua ad essere, in assoluto, la Valle d’Aosta, con quasi il 25% dei prestiti concessi in favore della clientela femminile, ben superiore di cinque punti base rispetto allamedia nazionale del 19,98%. In questa regione, su un totale di 1,1 miliardi, alla clientela femminile spettano circa 290 milioni, con un gap di genere di meno di 100 milioni rispetto alla clientela maschile. Differenze significative di genere anche nell’area settentrionale del Paese, anche se con incidenza diversa da regione a regione. Nel complesso, prevalgono le regioni come il Veneto, dove solo il 17,85% dei prestiti viene erogato alle donne – pari a 7,6 miliardi – contro quasi il 34,4% attribuito alla clientela maschile (pari al doppio in valore assoluto, ovvero a 14,6 miliardi) e la Lombardia, dove agli uomini spetta il 34% del credito erogato mentre a quella femminile corrisponde solo il 19,1%. Rispetto all’ammontare complessivo, quantificabile in 106,4 miliardi, i prestiti al femminile in quella regione valgono 20,3 miliardi contro i 36,3 miliardi concessi alla clientela maschile. Una situazione di disparità meno accentuata si registra solo nelle regioni del Centro, dove il divario di genere raggiunge il picco, in valore assoluto, di 5,7 miliardi nel Lazio, seguito dalla Toscana con 4,2 miliardi e con una media di area del 21,6% dei finanziamenti assegnato alle donne contro un 33,7% alla clientela maschile.
Rispetto al totale dei finanziamenti bancari erogati ai privati a fine settembre 2024, alle donne è arrivato neanche un quinto (19,98%) dei 472 miliardi complessivi, cifra che contempla anche i 216 miliardi di finanziamenti con contratto cointestato a più persone. I contratti di prestiti intestati ai soli uomini valgono 162 miliardi contri i 94 miliardi di credito rosa. Se il primato della discriminazione di genere è tutto meridionale, il mercato del credito in favore della clientela femminile stenta a decollare anche nei territori del Nord. In testa alla classifica delle regioni con più alto credit gender gap, realizzata sulla base delle statistiche della Banca d’Italia, si trova la Campania, dove alla componente femminile della clientela bancaria vengono concessi solo 5 miliardi contro i 9,7 miliardi di prestiti riconosciuti agli uomini. In termini percentuali, alle prime spetta una fetta pari al 16,8% del totale credito erogato, rispetto al 32,1% riconosciuto alla clientela maschile e con una differenza di genere che si traduce in oltre 4,6 miliardi in meno. Seguono, sempre al Sud, la Puglia, con il 17,6% del credito concesso alle donne, rispetto al 34,8% affidato agli uomini e dove sul totale dei prestiti concessi – pari a circa 25 miliardi – solo 4,4 miliardi spettano alle donne. In Sicilia, il gap ammonta a circa 4,3 miliardi corrispondente ad un credito erogato a donne e uomini, rispettivamente del 19,06% e del 36,7%. Infine, la marcata prevalenza della componente maschile nel credito nell’area meridionale è evidente anche in Basilicata, dove alle donne è erogati il 19,1% di credito a fronte del 36,7% destinato agli uomini, e Calabria (20% alle donne e 35,2% agli uomini). Il divario dei prestiti in queste regioni vale circa 1,6 miliardi: in Basilicata alle donne spettano 502 milioni, agli uomini 966 milioni, quasi il doppio. In Calabria, 1,1 miliardi contro 2,6 miliardi. L’ unica eccezione è rappresentata dalla regione Sardegna, dove la percentuale di credito erogato alle donne si attesta al 23,4% più di tre punti percentuali superiore alla media nazionale) e un divario di genere tradotto in 960 milioni. Anche in regioni quali l’Abruzzo (21,6%, pari a 1,5 miliardi, alle donne e 38%, 2,7 miliardi, agli uomini) e Molise (20,9% alle donne e 38,2% agli uomini, corrispondenti rispettivamente a 291 milioni e 532 milioni) la percentuale di credito destinato alla clientela femminile risulta superiore alla media nazionale. Al Nord, l’indice più alto della disparità di genere è detenuto dal Veneto, con un solo 17,9% dei prestiti riconosciuto alle donne – pari a 7,6 miliardi – contro quasi il 34,4% attribuito alla clientela maschile. Segue, in tali aree, la Lombardia con una differenza di genere che si traduce in ben 15,9 miliardi di credito in più per la clientela maschile, dove agli uomini spetta il 34% mentre a quella femminile corrisponde solo il 19,1% dell’ammontare complessivo pari a 106,4 miliardi. Male anche il Piemonte, che eroga alle donne solo il 19,6% del complessivo erogato, rispetto al 32% destinato agli uomini, per una differenza in valore assoluto di 4,3 miliardi. Va meglio in Liguria – dove la quota di credito rosa è pari al 22,4% e il divario è pari a 1,7 miliardi – e in Trentino-Alto Adige, con una quota di prestiti alle donne pari al 21,4% e il gap di genere pari a 2,5 miliardi. Emilia-Romagna (20,8%) e Friuli-Venezia Giulia (20,8%) registrano divari nei prestiti tra donne e uomini rispettivamente di 5,6 miliardi e 1,6 miliardi. Maglia nera al Centro per la regione Umbria, dove più del 35,8% dei prestiti è concesso agli uomini e solo il 21,1% alla clientela femminile, seguita dalle Marche con analoghe percentuali che vanno dal 21,6% dei finanziamenti assegnati alle donne al 35,9% agli uomini, per un credit gender gap pari a 1,4 miliardi. In termini economici, il credit gender gap raggiunge i 4,2 miliardi in Toscana, dove la percentuale di credito erogato alle donne si attesta ad un livello di poco superiore al 21,6% mentre agli uomini è riconosciuto quasi il 33,7% del totale dei finanziamenti. Chiude la classifica il Lazio, dove la differenza tocca il picco massimo tra le regioni di 5,7 miliardi, ma che in termini percentuali di prestiti assegnati a donne e uomini raggiungono rispettivamente il 22,95% e il 33,2%. Osservando le macroaree, quella con il tasso più basso di credito rosa è il Sud (17,98%), seguita dal Nord Ovest (19,5%) e dal Nord Est (19,7%). Isole (20,3%) e Centro(22,3%) superano la media nazionale del 19,98%.