Estratto dal libro Jackfly Rimozione Forzata, a cura Giacomo La Mosca
La bagna cauda. Un nome morbido, quasi carezzevole, ma con un alito da far indietreggiare anche i più temerari. Un miscuglio rovente di aglio e acciughe che a Milano continuano a servire con la stessa solennità con cui si presenta un’opera d’arte.
Io sono La Mosca Giacomo La Mosca, e no, non mi piace.
Non è nemmeno una questione di gusto, o forse un po’ sì. Ma più che altro è una questione di principio. La trovo invadente, troppo sicura di sé, tronfia nel suo essere così sfacciatamente pungente. Troppo… piemontese per i miei gusti metropolitani.
Mi fa pensare a certe persone. Quelle che ti si piazzano davanti e parlano come se il mondo intero fosse lì solo per ascoltarle. Intense, sì, ma impossibili da gestire. Ti incuriosiscono, ti provocano, poi ti stancano. Ti restano addosso, ti inseguono, e non c’è modo di scrollarsele.
Come la bagna cauda. Che non scende, non passa, non perdona. E io, ogni volta che qualcuno la esalta, sorrido, annuisco… e mi preparo a dire di no.
