Cresce l’attenzione intorno all’assemblea straordinaria di Mps, prevista per il 17 aprile, in cui verrà messa ai voti la proposta di un aumento di capitale destinato a finanziare l’Ops lanciata nei confronti di Mediobanca. L’operazione rappresenta un passaggio cruciale per il futuro dell’istituto toscano, che ambisce a creare un nuovo polo bancario attraverso una mossa che ha già acceso il dibattito tra analisti e azionisti.
Stando a fonti vicine al dossier, il colosso della gestione patrimoniale Pimco, che possiede circa l’1,5% del capitale di Mps, avrebbe deciso di sostenere la ricapitalizzazione. Un segnale rilevante, dato il peso che tale appoggio potrebbe avere sull’esito della votazione. Tuttavia, non mancano le contestazioni: tra i piccoli azionisti si diffonde il malcontento per l’effetto diluitivo dell’operazione, che rischia di erodere il loro peso all’interno della compagine societaria.
Golden Power
Nel frattempo, Mps ha informato che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha deliberato, in accoglimento della proposta del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il non esercizio dei poteri speciali ai sensi del decreto-legge 15 marzo 2012 n. 21, convertito nella Legge 11 maggio 2012, n. 56 con riferimento all’offerta pubblica di scambio sulla totalità delle azioni ordinarie di Mediobanca. In altri termini, Mps ha ottenuto l’autorizzazione al Golden Power.
I dettagli dell’Ops e la posizione di Mediobanca
Lo scorso 24 gennaio, Mps ha formalizzato l’offerta pubblica di scambio su Mediobanca, proponendo 2,3 nuove azioni per ogni titolo della banca milanese. Il concambio iniziale valutava le azioni di Mediobanca a 15,992 euro, con un premio del 5% rispetto al prezzo di chiusura del giorno precedente. Il valore complessivo dell’operazione si aggira intorno ai 13 miliardi di euro.
Tuttavia, le attuali quotazioni di mercato raccontano un’altra storia. Mentre i titoli Mediobanca hanno chiuso a 14,585 euro, quelli di Mps valgono 6,174 euro. Applicando il concambio proposto, un azionista Mediobanca riceverebbe titoli Mps per un valore di circa 14,20 euro, quindi con uno sconto del 2,64% rispetto al prezzo corrente: un disincentivo concreto per i soci dell’istituto milanese.
Non a caso, il Consiglio di amministrazione di Mediobanca ha respinto l’offerta definendola non in linea con gli interessi della società. Si delinea dunque un tentativo di acquisizione ostile, che richiederà innanzitutto il via libera da parte dell’assemblea dei soci Mps.
Il fronte dei sostenitori e le incognite del voto
A favore dell’operazione si sono già schierati alcuni importanti azionisti. Oltre al supporto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che detiene circa il 12% di Mps, hanno espresso sostegno anche figure di spicco come Francesco Gaetano Caltagirone e la holding Delfin, legata alla famiglia Del Vecchio. Più di recente si è aggiunta Algebris, il fondo guidato da Davide Serra, che ha definito l’operazione “coerente e ben strutturata”.
Sommando i voti favorevoli finora noti, si arriverebbe a circa il 30% dei diritti di voto. Un buon punto di partenza, ma ancora insufficiente: per approvare il piano, infatti, servirà una maggioranza qualificata di due terzi dei voti presenti all’assemblea. Molto dipenderà quindi dal livello di partecipazione degli azionisti, e al momento l’esito finale resta tutt’altro che scontato.
Opportunità o rischio?
Per Mps, l’integrazione con Mediobanca rappresenterebbe una svolta strategica. La banca senese descrive l’operazione come una fusione tra realtà complementari nei settori della raccolta di risparmio, del private banking, dell’investment banking e delle assicurazioni. Tuttavia, gli analisti non sembrano del tutto convinti.
Alcuni osservatori mettono in dubbio la reale capacità di generare sinergie, mentre l’agenzia Moody’s ha lanciato un campanello d’allarme, segnalando possibili implicazioni negative sul rating di Mediobanca. La partita, dunque, è ancora aperta, e l’assemblea del 17 aprile si preannuncia decisiva per delineare il futuro dell’operazione e degli equilibri nel settore bancario italiano.