“In ogni organizzazione sociale e lavorativa, da quelle più semplici a quelle più articolate, la qualità delle relazioni interne tra gli individui ha un impatto diretto sull’efficacia operativa, sull’esperienza del cliente e sul raggiungimento degli obiettivi”. Roberto Di Mario, area manager di Banca Widiba, in un nuovo post social parla di questo interessante argomento.
“Questo è vero anche in una rete di consulenza finanziaria, in cui, tra tutte le dinamiche che regolano la vita di un team, la fiducia è senza dubbio la più delicata e al tempo stesso la più strategica. Per chi si trova a organizzare e coordinare il lavoro di questi team, riconoscerla, coltivarla e rafforzarla è una competenza chiave”.
Fiducia: un concetto da definire, non da presumere
“Molti team si autodefiniscono coesi e fondati sulla fiducia, ma raramente questa percezione è il frutto di una riflessione esplicita e condivisa. La fiducia, per essere davvero operativa, deve essere riconosciuta come valore centrale e discussa apertamente. È compito dei manager guidare questo processo di chiarificazione, stimolando il gruppo a interrogarsi su cosa significhi, nel contesto quotidiano, “avere fiducia reciproca”. Solo attraverso una definizione condivisa è possibile allineare i comportamenti e costruire una base solida che resista a stress esterni, cambiamenti organizzativi o frizioni relazionali”.
Dalla cultura implicita alla prassi visibile
“Non è sufficiente dichiarare la fiducia come valore guida. La fiducia deve essere tradotta in pratiche quotidiane osservabili e coerenti. La coerenza tra dichiarazioni e comportamenti è ciò che fa la differenza. In tal senso, il ruolo del manager è determinante nel fungere da esempio e nell’orientare le dinamiche del gruppo, anche attraverso piccoli segnali: come vengono accolte le proposte, quale spazio viene lasciato al confronto, come si gestiscono gli errori o le divergenze di opinione. Un ambiente in cui ciascun consulente percepisce di poter esprimere il proprio punto di vista senza timore è un ambiente ad alta performance”.
Monitorare la fiducia: un compito manageriale essenziale
“Nel mondo della consulenza finanziaria siamo abituati a misurare tutto: performance, acquisizione clienti, redditività. Tuttavia, la fiducia, pur essendo un valore intangibile, può e deve essere monitorata. I manager possono introdurre momenti di verifica strutturata, anche attraverso strumenti semplici di autovalutazione o feedback periodici, per comprendere se il clima relazionale nel team evolve nella direzione desiderata. In assenza di queste verifiche, si corre il rischio di sottovalutare segnali di tensione, disagio o disallineamento, che nel tempo possono tradursi in demotivazione o calo delle performance”.
Il valore del confronto autentico
“Creare uno spazio sicuro in cui i consulenti possano confrontarsi apertamente è uno degli aspetti più complessi, ma anche più trasformativi, della leadership di un team. La fiducia autentica nasce quando le persone si sentono ascoltate e rispettate, anche nelle differenze. Per questo, il manager deve essere il primo a promuovere il confronto costruttivo, anche quando può generare attriti. Un team che sa affrontare i conflitti in modo maturo, mantenendo saldo il patto fiduciario, è un team in grado di affrontare con efficacia le complessità della gestione patrimoniale”.
Una leva strategica per il successo del team
“In ultima analisi, la fiducia non è un elemento accessorio, ma il vero collante che tiene insieme le competenze, le ambizioni e gli obiettivi di un team di consulenti finanziari. È una risorsa dinamica, che richiede cura, ascolto e presenza. Per ciascun manager, trattare la fiducia come una competenza strategica significa non solo migliorare il clima interno, ma anche incidere positivamente sul servizio al cliente e sulla reputazione dell’intera rete. È questo approccio consapevole alla leadership che distingue chi gestisce da chi guida, e che trasforma un gruppo di professionisti in un team coeso, resiliente e orientato alla crescita”.