Fineco: consulenti, siate pronti alle opportunità della longevity

Paolo Di Grazia, vice direttore generale e responsabile global business di FinecoBank, ama spesso guardare le cose in una prospettiva positiva, soprattutto quando si tratta di disegnare gli scenari futuri all’orizzonte. Oggi, con la vita media della popolazione che avanza, molti analisti parlano di longevity risk, un’espressione che identifica tutti i rischi per la società e per il sistema finanziario generati dai cambiamenti demografici in corso, dove la platea degli anziani si fa sempre più vasta, ha bisogno di assistenza e mette a dura prova il sistema di welfare oltre ai risparmi accumulati dalle famiglie nell’arco di una vita. Piuttosto che parlare di longevity risk, però, Di Grazia preferisce parlare di longevity opportunity, poiché l’essere più longevi non è affatto una cosa negativa. Anzi, la longevità va vista appunto come una opportunità, ma a una condizione: l’età avanzata deve ovviamente trascorrere in salute nel corpo e nel portafoglio, cioè in condizioni fisiche ed economiche soddisfacenti. Come riuscirci? “L’importante è essere tempestivi e agire il prima possibile”, dice Di Grazia, “cioè rendersi conto subito delle proprie disponibilità, gestendole al meglio negli anni a venire”.

Dunque, la salute personale e quella del patrimonio hanno degli elementi in comune…

Molti. A qualcuno sembrerà strano, in pochi ne hanno parlato, ma ci sono numerosi punti di contatto tra la cultura alimentare, che è alla base della nostra salute, e quella finanziaria, soprattutto in relazione al fattore tempo. Così come bisogna iniziare a investire il prima possibile, attuando una corretta pianificazione finanziaria, allo stesso modo è essenziale comprendere fin da giovani l’importanza di una alimentazione sana e corretta. In entrambi gli ambiti c’è un effetto compounding che ha un ruolo incredibilmente potente e agisce da amplificatore, sia negli effetti positivi che in quelli negativi. Ecco allora che emergono con chiarezza alcune analogie significative con l’alimentazione. Così come è importante avere un’alimentazione molto diversificata, mangiare cibi nutrienti da più fonti caloriche, è  altrettanto importante avere un portafoglio diversificato con diverse classi d’investimento. Per la salute è importante il movimento durante il giorno e il riposo nelle ore notturne, per la gestione dei risparmi vale altrettanto. Non bisogna cioè stare fermi, ma investire appena si hanno delle disponibilità economiche. Nello stesso tempo, il capitale deve anche riposare ed essere paziente come è stato sottolineato all’ultima edizione del Salone del Risparmio. Deve cioè guardare al lungo periodo per creare valore significativo nel tempo. Per tutte queste ragioni, preferisco parlare della longevity come di un’opportunità che può permetterci di vivere bene più a lungo e meglio, sia dal punto di vista fisico che finanziario. Se questa opportunità non viene però considerata e sfruttata nel modo giusto può trasformarsi in un rischio: quello di non avere abbastanza risorse economiche per affrontare l’età avanzata.

Come evitare questo rischio?

Qui emerge chiaramente il ruolo sociale importantissimo che hanno oggi i consulenti finanziari, i quali devono accompagnare i clienti in una corretta pianificazione dei loro investimenti. Emerge anche l’importanza della formazione per i professionisti di questo settore. Se un financial advisor è correttamente formato su tali tematiche ed è pienamente consapevole della loro importanza, saprà sicuramente trasferirle al cliente, partendo da un punto fermo: la necessità di fare sempre al 100% l’interesse del cliente stesso.

Cosa significa per una banca come Fineco affrontare il tema della longevity?

Queste tematiche sono connaturate da sempre al nostro Dna. Guardare al lungo periodo, rispondere alla sfida della longevità vuol dire anche avere un’offerta semplice, trasparente e innovativa. Significa cioè consentire al cliente di costruire dei portafogli che hanno un giusto rapporto qualità-prezzo come Fineco è in grado di fare. Troppo spesso, infatti, oggi si vedono sul mercato portafogli con dei costi eccessivi, che nel lungo periodo creano una forbice rilevante tra rendimenti potenziali ed effettivi, sempre per l’effetto compounding di mancata capitalizzazione degli interessi. Nel caso di patrimoni finanziari  consistenti, possiamo arrivare persino a milioni di euro persi in termini di potenziali guadagni, a causa di costi troppo elevati dei prodotti e dei servizi d’investimento. Ecco allora che sorge spontanea un’altra considerazione. Il compito di un consulente e di una banca non è soltanto quello di far comprendere al cliente le opportunità della longevity e la necessità di una conseguente pianificazione finanziaria. Oltre a questo, occorre infatti avere  un’offerta adeguata, capace di creare valore e non di generare danni al portafoglio nel lungo periodo.

Esiste anche un problema di scarsa cultura finanziaria degli italiani. Non trova?

È indubbiamente una questione importante ma va fatta una riflessione in proposito. È vero che c’è una carenza di educazione finanziaria che non può lasciare indifferente il nostro sistema dell’istruzione. Ma, su questo fronte, tutti gli operatori del nostro settore sono chiamati a compiere uno sforzo in più. È inutile che insegniamo l’educazione finanziaria nelle scuole se poi i risparmiatori non trovano sul mercato delle soluzioni di investimento fair e di qualità, che corrispondono realmente ai loro  bisogni. La crescita dell’educazione finanziaria è un processo necessario ma che richiede tempo per dare i suoi frutti. Nel frattempo, anche i player dell’industria finanziaria sono chiamati a fare la loro parte.

Quando si parla di longevity non si può non parlare di previdenza complementare. Non trova che, nonostante le  riforme e gli incentivi, questo settore debba crescere ancora molto?

Sì, la previdenza complementare è un altro strumento che può aiutare i risparmiatori e le famiglie accrescendo o proteggendo il loro benessere finanziario di fronte all’allungamento della vita media. Anche in questo caso, va sottolineata la necessità di trovare sul mercato prodotti fair, con costi adeguati, visto che si tratta di investimenti di lungo periodo, destinati ad accompagnare il lavoratore per gran parte della vita.

Nel lungo periodo, l’investimento azionario è premiante ma gli italiani sono sempre molto restii a investire nell’equity. Cosa ne pensa? 

In Italia c’è indubbiamente la necessità di accrescere quella che viene chiamata equity culture, la propensione a investire nell’azionario che, come diceva lei, nel lungo periodo è premiante. In questo gli Stati Uniti e altri paesi anglosassoni sono molto più avanti di noi, ma io sono fiducioso nel futuro. Nei prossimi anni ci sarà infatti un grande trasferimento della  ricchezza tra la generazione del baby boom verso la cosiddetta Gen X e poi verso i millennial. Si tratta di generazioni che oggi hanno un accesso alle informazioni molto più facile e veloce rispetto a 20 o 30 anni fa e credo che avranno le idee molto più chiare rispetto al passato su come proteggere e allocare al meglio la propria ricchezza.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!