L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha inflitto una multa da 4 milioni di euro a Poste Italiane per aver adottato una pratica commerciale giudicata scorretta e aggressiva nei confronti degli utenti delle app BancoPosta e PostePay, installate su dispositivi Android.
La sanzione è arrivata al termine di un’istruttoria avviata nei mesi scorsi, dopo numerose segnalazioni da parte di consumatori e associazioni. Al centro dell’indagine, l’obbligo imposto agli utenti di concedere una serie di autorizzazioni all’accesso ai dati personali del proprio smartphone — tra cui fotocamera, posizione e contatti — come condizione per poter utilizzare le app.
Secondo quanto rilevato dall’Autorità, a partire da aprile 2024, il mancato rilascio dei permessi richiesti comportava limitazioni progressive all’utilizzo dell’app, fino a impedirne completamente il funzionamento dopo tre tentativi di rifiuto.
Una condotta che, per l’AGCM, ha leso la libertà di scelta dei consumatori, spingendoli a fornire consensi non necessari sotto pressione psicologica e informativa. “Si tratta di una condotta gravemente lesiva dei diritti degli utenti – si legge nel provvedimento –. L’obbligo di concedere autorizzazioni non indispensabili costituisce una forma di pressione indebita, aggravata dall’asimmetria informativa tra fornitore del servizio e consumatore”.
Le app coinvolte, utilizzate quotidianamente da milioni di italiani per gestire operazioni come pagamenti, bonifici e consultazione del saldo, sono state così ritenute strumenti di condizionamento improprio da parte dell’azienda.
La sanzione si inserisce in un quadro normativo sempre più attento alla tutela dei diritti digitali, dove la trasparenza e il consenso informato sull’uso dei dati personali rappresentano elementi centrali. La decisione dell’Antitrust è stata accolta favorevolmente dalle associazioni dei consumatori. Secondo l’Unione Nazionale Consumatori, “è inaccettabile che un utente debba scegliere tra il diritto alla privacy e l’accesso ai propri strumenti finanziari”.
Poste Italiane, in una nota ufficiale, ha dichiarato di aver “operato nel rispetto delle normative vigenti” e che “valuterà eventuali azioni a tutela della propria posizione”. Intanto, l’azienda dovrà rivedere il funzionamento delle app per garantire l’accesso ai servizi digitali senza imporre consensi forzati.