Secondo la recente indagine “Decoding Digital Investment” di Amundi gli investitori italiani (61%) si fanno guidare meno da fonti digitali rispetto alla media europea (69%). In Italia quasi sette uomini su dieci utilizzano fonti digitali di consulenza e formazione per prendere decisioni d’investimento, mentre tra le donne sono solo la metà (54%). Gli uomini (55%) sono anche più propensi delle donne (45%) a consigliare app e soluzioni digitali ad amici e familiari. Rispetto al campione europeo (78%), gli investitori italiani sono meno propensi a detenere investimenti attraverso piattaforme digitali (69%). La possibilità di anticipare la data di pensionamento è una delle principali motivazioni a investire più per gli uomini (26%) che per le donne (14%). La fiducia nel raggiungimento di obiettivi a breve termine tra gli investitori italiani è molto alta: almeno 8 su 10 sono fiduciosi di potersi sposare (82%), avviare un’attività (83%), viaggiare (86%) e finanziare la propria istruzione (90%). In Italia, comunque, l’accesso alla consulenza finanziaria professionale è più elevato (56%) rispetto alla media europea (45%) e tra gli italiani questo vale in misura maggiore per le donne (63%). La carenza di informazione (33%) e un senso di insicurezza in assenza di un consulente (35%) sono un incentivo a utilizzare i servizi di un financial advisor per gli investitori più anziani. L’età in cui si prevede il pensionamento è più alta tra gli investitori italiani: il 17% pianifica di andare in pensione dopo i 70 anni (contro il 7% in Europa). Gli italiani (13%) sono meno ottimisti sulla capacità di riuscire a risparmiare quanto necessario per la pensione (rispetto al 23% degli investitori europei). Nel prendere una decisione d’investimento, tre investitori italiani su quattro (75%) sono stati influenzati dal supporto ricevuto dalla propria banca in filiale e di persona.