Truffe, il consulente “di fiducia” che raggirava i clienti

Sembrava un consulente attento e disponibile, sempre pronto a rispondere al telefono e a risolvere ogni dubbio. Con alcuni clienti aveva costruito relazioni che andavano ben oltre il rapporto professionale: pranzi domenicali, vacanze insieme, scambi di messaggi quotidiani. E proprio quel legame di fiducia sarebbe stato il terreno fertile per una serie di truffe che, secondo diverse testimonianze, si sarebbero protratte per anni nell’ambito di istituti bancari operanti nell’area di Alba, in Piemonte.

Come si legge sulle pagine della Gazzetta d’Alba, a raccontarlo sono state alcune delle presunte vittime, che oggi denunciano una realtà ben diversa dall’immagine rassicurante del broker: “Ci fidavamo ciecamente di lui. Era sempre reperibile, a ogni ora, e rispondeva prontamente a ogni nostra richiesta. Ma ci stava ingannando”, spiegano. Il modus operandi sarebbe stato raffinato: il consulente convinceva i clienti a consegnargli somme di denaro da investire, spesso senza alcuna documentazione ufficiale, e per mascherare le irregolarità avrebbe utilizzato assegni scoperti e operazioni di giroconto tra i conti dei suoi stessi clienti.

“Credevamo che ci stesse restituendo i nostri soldi, ma in realtà ci dava fondi prelevati da altri conti. Solo dopo abbiamo scoperto che quei bonifici provenivano da terze persone, anch’esse inconsapevoli vittime”, raccontano ancora.

I fatti, risalenti ai primi anni 2000, sarebbero emersi solo recentemente, ma il numero di persone coinvolte sembrerebbe essere consistente. Una volta scoperto l’inganno, il broker sarebbe stato allontanato dall’istituto di credito per cui operava. Tuttavia, secondo quanto riferito dalle vittime, risulterebbe tuttora iscritto all’Albo dei consulenti finanziari, senza alcuna radiazione ufficiale. “È assurdo che possa continuare a lavorare indisturbato dopo quanto accaduto”, commentano con amarezza.

Nonostante l’allontanamento formale, il professionista continuerebbe a proporsi come consulente, mostrando – secondo alcune segnalazioni – biglietti da visita con loghi di banche di rilievo nazionale e internazionale, nel tentativo di accreditarsi presso nuovi clienti.

La vicenda, ancora in evoluzione, solleva interrogativi importanti sulla vigilanza degli ordini professionali e sulla tutela dei risparmiatori. Le vittime, nel frattempo, chiedono che venga fatta piena luce e che le istituzioni preposte intervengano affinché simili episodi non si ripetano.

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