SGR, via libera al passaporto europeo

Il Cesr ha espresso parere favorevole, attraverso un documento, redatto dal gruppo di esperti presieduto da Lamberto Cardia (nella foto), al passaporto europeo delle società di gestione. Lo scorso 16 luglio la Commissione aveva chiesto al comitato europeo dei regulator un parere sull’introduzione del passaporto europeo, nel caso che i fondi siano gestiti da una SGR situata in un altro Stato membro.

Il gruppo di esperti ha elaborato un documento, articolato in diverse sezioni, che analizza una serie di punti chiave della questione. In particolare tratta:

La definizione della sede
, con specifiche precisazioni finalizzate a indicare in modo chiaro il paese d’origine della SGR, del fondo e della banca depositaria;

La normativa applicabile e la responsabilità di vigilanza
in caso di prestazione dei servizio tramite succursale e in alcune misure volte a facilitare la cooperazione tra le autorità di vigilanza di ciascun paese;

Le procedure di autorizzazione dei fondi
la cui società di gestione abbia sede in un altro Stato membro;

La vigilanza continua da parte degli amministratori dei fondi, con una serie di misure per assicurare un adeguato flusso di informazioni tra i soggetti vigilati e le autorità competenti, oltre che tra le diverse autorità;

E, infine, accordi in caso di violazione delle norme che disciplinano la gestione dei fondi.
Il parere considera, inoltre, i casi in cui un’autorità intenda avviare un’attività di vigilanza nei confronti di un soggetto con sede in altro Stato membro.

L’approccio deciso dal Cesr apre così la strada ad una più intensa competizione sulla localizzazione delle SGR e delle loro attività connesse, contro le resistenze di Lussemburgo e Irlanda, che vedeno minacciate le loro attuali rendite di posizione.

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