Formula brokeraggio

Tra i nuovi arrivi c’è Margherita Isaia che chiarisce ad ADVISOR perché ha lasciato AXA SIM e spiega che i professionisti preparati sono in grado di resistere anche nei momenti di crisi.
 
Si nota una certa “concitazione” nella rete di AXA SIM. Perché un buon numero di promotori finanziari sta lasciando questa società?
La costituzione di “una nuova entità” tra AXA e Mps e la conseguente rivoluzione organizzativa purtroppo non rispecchiava più i principi che caratterizzavano la vecchia rete storica. 
Anche se il progetto era ancora in fase di definizione, per quanto attiene al modello di sviluppo e quello organizzativo, si notava che la nuova strategia non tendeva verso la migliore integrazione delle due strutture ma metteva in discussione la precedente esperienza per favorire solo il modello del gruppo Mps. Malgrado l’operazione avesse portato a un importante salto dimensionale, erano emersi, quindi, contrarietà e insoddisfazione per l’eccessiva bancarizzazione dell’attività. Per valorizzazione la nostra attività, con un gruppo di colleghi abbiamo deciso di cercare nuove sfide accettando l’offerta della rete altoatesina.
 
Perché ha deciso di accettare l’offerta di Alpi SIM?
Già dal primo colloquio mi sono resa conto che questa struttura mi dava tutte le garanzie possibili. Mayr ha infatti tenuto a sottolineare che le linee guida della società si riassumevano in queste parole: «In Alpi SIM abbiamo scelto il mestiere di scegliere». 
Ho scoperto così un modello altamente competitivo, svincolato dalle logiche esclusivamente commerciali e pienamente indipendente. Un genere di proposta ancora poco conosciuta in Italia dove viene privilegiato il sistema del brokeraggio finanziario. In un settore avvezzo a distribuire strumenti d’investimento propri, infatti, in Alpi SIM sono libera di offrire tutte le soluzioni finanziarie possibili, nel rispetto degli interessi e delle esigenze del cliente, in una logica che premia l’approccio consulenziale. 
Lo stesso impianto societario che in parte avevo già sperimentato in AXA. Tra l’altro non esistono nemmeno troppe tensioni sui budget di raccolta. 
Un sistema che può rivelarsi controproducente perché spinge i professionisti, che per esempio devono raggiungere un determinato budget di raccolta su un nuovo prodotto da poco lanciato, a imbottire in maniera improduttiva il portafoglio del cliente.
 
Ha fatto riferimento allo slancio consulenziale. Qual è la sua opinione sui professionisti a parcella? 
Ritengo che questo tipo di professione si affermerà in particolar modo nei prossimi anni, poiché non è possibile immaginare un sistema finanziario progredito nel quale non siano presenti questi operatori. 
Al momento, tuttavia, è mia convinzione che il mercato non sia ancora pronto ad accoglierli. D’altronde non hanno certo scelto un momento particolarmente positivo per debuttare.


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