Come siglare un accordo con la banca e il promotore

Buona sera, ho 29 anni e vivo a Rivarolo Canavese in provincia di Torino. Il 13/03/07 ho stipulato con la mia banca una polizza vita con 15.000 euro. Ho saputo solo il 16 settembre di quest’anno che i miei soldi in realtà erano investiti nella Lehman Brothers, dopo aver ricevuto una triste telefonata da parte della banca. Il 17/10/08 ho partecipato al programma “mi manda rai tre” per esporre il problema, ma non ho risolto nulla.
La banca ha proposto di farmi un finanziamento a tasso zero. Quindi finanziavano i miei soldi. Una truffa nella truffa, non ho accettato. Mi hanno detto di aspettare e vedere cosa succede e quanto riescono a recuperare dal debito, purtroppo però la polizza scade nel 2013, a me quei soldi servono subito. Al momento sono anche disoccupata. Ho paura di perdere tutto, non so come fare né a chi rivolgermi, spero che voi possiate aiutarmi. Cordiali saluti.
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Risponde l’avvocato Pierluigi Parrini di Firenze

Abbiamo girato la domanda del nostro lettore all’avvocato Pierluigi Parrini del Foro di Firenze che ci ha fornite le seguenti indicazioni.

“L’investimento in questione è stato effettuato in data 23 marzo 2007 per cui la normativa di settore applicabile alla fattispecie è quella ante Mifid (quest’ultima è entrata in vigore il 1° novembre 2007) e cioé il previgente TUF, in base al quale sono state impostate le vertenze giudiziarie che hanno riguardato gli investimenti Argentina, Ciro, Parmalat.

Ciò posto appare consigliabile che la gentile lettrice provveda ad approntare tutta la documentazione in suo possesso e la sottoponga ad un legale al fine di poter procedere ad un “esame clinico” dell’operazione di investimento e all’eventuale riscontro di violazioni alla  normativa di riferimento da opporre in una eventuale vertenza giudiziaria.

Non conosciamo le caratteristiche della polizza di interesse, ma potrebbe anche profilarsi la possibilità di una amichevole sistemazione della controversia mediante una “ripulitura” del prodotto finanziario attraverso una eliminazione delle “tossicità”, sostituendo gli strumenti finanziari sottostanti alla polizza stessa con nuovi titoli obbligazionari. Quanto sopra, ovviamente, a patto che la banca sia disponibile.

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