Promotori finanziari disuniti e senza tutele

Qui i casi sono due: o il collega di Fineco non è quello che dice di essere (in rete è facile farsi passare per altri e pontificare altrettanto facilmente), oppure vive su Marte. Eh sì, perché arrivare ad esortare i pf ad evitare i “facili guadagni”, equivale ad esortare una gallina a veleggiare come un falco.

Non entro in merito al caso del cliente che scrive che non vuol denunciare il suo pf per i Bond Lehman Brothers ma solo la Banca. Se ha scritto così, avrà i suoi motivi. Io so solo che faccio questo lavoro da circa 19 anni, di cui 17 ininterrotti per una sola mandante; ho pagato di tasca mia i corsi per la certificazione EFA (la mandante di allora non riteneva necessario che un promotore fosse certificato), ho superato l’esame e da circa due anni lavoro per una Banca diversa, perché volevo offrire delle soluzioni realmente multibrand ai miei clienti.

Ebbene: di guadagni facili, in tutto questo periodo, non ne ho mai visti. Solo un mucchio di fatica mal retribuita, oltre, per fortuna, alla relazione gratificante coi miei clienti. Dare addosso ai promotori, a quanto pare, oggi, è di moda e li si accusa di un mucchio di nefandezze. Al contrario: non sento mai alcuno mettere in dubbio la serietà e l’ etica di alcune mandanti, che in questi anni hanno accresciuto i loro margini a dismisura a tutto detrimento, progressivo, dei ricavi dei promotori.

La Società per cui lavoravo prima, da un lato era solita inventarsi a ciclo continuo dei metodi, leciti, per erodere il ricavo dei suoi pf a proprio beneficio; dall’altro premeva per indirizzare la retribuzione sempre di più verso campagne e “contest” spinti da “managers” supergasati (e in palese conflitto d’ interessi coi promotori). Il miglior “terreno di coltura” per il malvenduto, (tanto, la faccia ce la metteva il pf). Io me ne sono andato, sobbarcandomi tutti i rischi del caso.

Queste sono le realtà, altro che pontificare sui guadagni facili! Finiamola, una buona volta, di lanciare sentenze dall’alto. La realtà è che questa è una professione disunita e priva di tutele che, prima o poi, ti si ritorce contro; una professione in cui chi lavora con la massima onestà possibile ed abbia le capacità necessarie, campa con dignità, ma di sicuro non si arricchisce e, comunque, rimane sempre esposto all’insidia di qualche trabocchetto, per quanto cerchi di evitarlo. Invece, chi lavora “alla cacciatora”, viene in breve enucleato dal mercato. Piuttosto, sarebbe ora che noi promotori finanziari la smettessimo, una buona volta, di fare i “cani sciolti”, badando esclusivamente a coltivare il proprio orticello.
Qui mi fermo.

e-mail firmata

Risponde la redazione di Bluerating.com
Difficile aggiungere altro a quanto detto dal promotore che ha inviato questa mail. Molte affermazioni parlano da sole e lasciamo ai lettori ogni eventuale commento. Quello che però emerge in maniera forte sono due aspetti di non poco conto:
1. “non sento mai alcuno mettere in dubbio la serietà e l’ etica di alcune mandanti”.
2. “sarebbe ora che noi pf la smettessimo di fare i cani sciolti, badando esclusivamente a coltivare il proprio orticello”.

Insieme queste due affermazioni dipingono una fotografia di una categoria professionale priva di qualunque linea comune. Ognuno fa per sé e, quando deve criticare qualcuno o qualcosa, mira ai colleghi e mai alle mandanti. E’ davvero questa la realtà dei promotori finanziari? Sicuramente il nostro lettore esagera con l’enfasi su alcuni punti, ma su una cosa temiamo abbia ragione: oggi non c’è tra i pf un coro forte e unanime in grado di difendere l’etica e la professionalità della maggioranza. “E’ una professione disunita e priva di tutele” e questo non giova alla reputazione della categoria.

E alla fine il rischio è doversi consolare con “la relazione gratificante” con i propri clienti. Ma questo è sufficiente per il proprio orticello e non per l’immagine e la crescita professionale dei promotori finanziari.
Un messaggio chiaro anche per le associazioni di categoria.

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