Promotori finanziari senza contratto

Il problema è antico e se vogliamo affonda le sue radici con la nascita dell’Albo Unico Nazionale dei Promotori Finanziari. In quella occasione, storica per la categoria, l’unica associazaione allora presente, lasciò perdere la battaglia per la richiesta di un contratto nazionale collettivo per i promotori finanziari. Questa anomalia giuridica unitamente alla mancata soluzione dell’inquadramento previdenziale complementare, rende la figura del promotore finanziario molto debole nella tutela dei propri diritti. Non essendoci un contratto collettivo nazionale si è impedita anche la possibile “sindacalizzazione” del comparto come avvenuto ad esempio per i colleghi agenti assicurativi. Farebbero bene i PF a chiedersi e a chiedere alle associazioni più rappresentative perché non lottano per l’affermazione di questo diritto del lavoro basilare.
Cordiali saluti.
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Ieri abbiamo lanciato il nostro appello ai promotori finanziari e subito è arrivata la richiesta di un contratto collettivo nazionale. Un tema che riappare frequentemente sulle scene dell’industria e che sembra non riscontrare interesse tra gli operatori.

L’unica proposta che ogni tanto riemerge riguarda l’indicazione di una “struttura contrattuale” da seguire per stipulare i contratti con i promotori finanziari. Una struttura che lascia, naturalmente, ampia libertà alle singole parti.
A voi lettori l’ardua sentenza.

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