Promotori Finanziari – Piccolo è bello?

In questa particolare classifica spicca il dato di AZ Investimenti SIM. La rete specializzata nel collocamento di portafogli multimanager e strumenti gestiti da gestori internazionali del gruppo guidato da Pietro Giuliani, con appena 176 promotori riesce a raggiungere una raccolta superiore ai 106 milioni.

Al secondo posto tra le reti-small c’è Banca Nuova. La struttura del gruppo Banca Popolare di Vicenza formata da 152 promotori e più di 100 sportelli in Sicilia, in Calabria e nel Lazio, può vantare una raccolta a Ottobre di 35,47 milioni che la proiettano davanti a realtà più grosse come, ad esempio, Finanza & Futuro che con 2.722 promotori è costretta a subire deflussi per 57 milioni.

Al terzo posto si piazza, invece, Veneto Banca che con soltanto 62 promotori riesce a raggiungere quota 3,10 milioni. Una somma non ingentissima ma che se viene paragonata, ad esempio, ai -37 milioni di Sanpaolo Invest, una struttura da oltre 1.100 promotori, non può non lasciare sbalorditi.

Da questi dati sembra sempre più chiaro che per vincere la competizione non occorre presentare reti simili a eserciti, ma divenire diversi dagli altri. E la parola è innovazione, ma non una rivoluzione per quanto riguarda il marketing e l’offerta, ma una “rivoluzione sull’identità”. Anche se l’equazione non è piccolo uguale buono, e grande uguale pesante e macchinoso, le piccole strutture sembrano in grado di costruirsi un vantaggio rilevante grazie alla capacità di rivoluzionale il business, in linea con le nuove sfide che il futuro pone, prima delle grandi reti.

Perché se queste small-SIM lasceranno il tempo alle grandi banche e alle reti da 4.000 promotori di comprendere e agire, allora per loro la sfida è persa in partenza.

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