Promotori Finanziari – Dalla Sicilia un solo coro: l'unione fa la forza

In Sicilia, i promotori, non sembrano vivere una situazione particolarmente favorevole. Almeno questa è l’opinione di un team manager di Catania di una rete indipendente di medie dimensioni. “In particolar modo negli ultimi mesi la figura del promotore finanziario concepito e praticato come colui che segue e tutela l’imprenditore, il commerciante, il professionista e il piccolo risparmiatore nel rapporto con il mondo degli investimenti – spiega il professionista – sembra sempre venire meno” .

Secondo il professionista nella sua regione il ruolo del promotore è da ripensare e da conquistare giorno per giorno.
“Basti pensare che se il risparmiatore, per esempio, decidesse di dare fondo al proprio tesoretto per investire in Borsa andrebbe dritto in banca senza confrontarsi con un consulente, e se gli si presentasse l’opportunità di un qualsiasi impiego di denaro, inefficiente o meno, deciderebbe di coglierla senza colpo ferire”.

“A quel punto – prosegue il manager – consulterebbe il promotore solo quando si troverà già in difficoltà con la banca o quando il suo sportellista lo ha già danneggiato, ovvero quando vive una situazione difficile da districare”.

Quello del promotore, secondo il team manager, è un ruolo ancora troppo legato alla figura del professionista per super-ricchi, o dell’esperto che è in grado di consigliare investimenti a tripla cifra. Una sorta di mago della finanza.

“Agli occhi dell’imprenditore medio della Sicilia, in cui il tessuto socio-economico è fatto per lo più di microaziende, il promotore – spiega il team manager – rimane una figura ancora troppo lontana. Malgrado la crescita sostenuta che ha caratterizzato la professione in questi ultimi anni”.

Fare rete, costruire un sistema, optare per la strada dell’aggregazione, è questa la ricetta del promotore.
“I promotori sono pronti a lavorare fianco a fianco con i clienti per superare insieme questo momento di crisi che ha investito i mercati”.
Nelle parole del professionista anche una denuncia e un mea-culpa.
“Il risparmiatore, per lungo tempo, ha nei fatti rinunciato a servirsi del promotore, inteso come consulente economico e finanziario. Ciò è avvenuto, in gran parte, perché non si è fatta una adeguata opera di educational. Purtroppo la mia categoria per molto tempo non ha partecipato attivamente all’elaborazione e alla definizione di un programma di sviluppo del tessuto sociale, preferendo rimanere chiusa in ufficio in attesa dei clienti facoltosi”.

Il promotore ritiene, dunque, sia necessario puntare maggiormente sul collegamento fra imprese e professionisti, un rapporto nel quale il promotore rappresenti realmente l’esperto a cui affidarsi.

“Non si può parlare di sviluppo della Sicilia dal punto di vista economico se prima non si riorganizza la posizione dei promotori. Che devono affrontare la sfida dei mercati e competere con gli intermediari tradizionali per conquistarsi i clienti e accompagnarli nel successo”.

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