Arianna Sim, per i commissari è tempo di fare chiarezza

Domanda. Un mio cliente, dipendente Snam, è preoccupato per le azioni Snam, ed ora anche Italgas dopo la scissione, che detiene presso Arianna sim che è finita in liquidazione coatta. Avete notizie?
D.G., Milano

Risposta. Tutto tace, purtroppo. Ricostruiamo la vicenda, che parte nel 2006 quando Eni cede la Sofid al Gruppo Delta, posseduto al 70% dalla Cassa di Risparmio di San Marino, commissariato dalla Banca d’Italia nel maggio del 2009 e su cui gravitarono anche indagini per esercizio abusivo dell’attività bancaria. Eunice Sim, questo il nome della nuova realtà, fu quindi ceduta nel marzo 2011, con autorizzazione Banca d’Italia dell’agosto successivo, a un gruppo di imprenditori guidato da Rossana Venneri, ex Banca 121 ed ex direttore generale di Mps Sim, che ne divenne amministratore delegato e socio di maggioranza col 61,5% del capitale. La società prese nome Arianna Sim. L’eredità dell’Eni era ancora notevolissima, con quasi diecimila clienti e sportelli interni agli stabilimenti del gruppo. L’impresa non è però andata come previsto, e nello scorso mese di marzo l’assemblea ha deliberato la liquidazione volontaria per via del patrimonio azzerato sotto il peso di 5,4 milioni di perdite. I commissari inviati dalla Banca d’Italia anche per conto della Consob, però, hanno verificato una “irreversibile compromissione della situazione tecnica aziendale e della sussistenza di irregolarità e violazioni normative di gravità tale da giustificare la revoca dell’autorizzazione”. Di conseguenza, il 15 luglio la società è stata posta in liquidazione coatta amministrativa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il 20 luglio si è insediato il commissario liquidatore, dottor Francesco Andreozzi, assieme al Comitato di sorveglianza composto dagli avvocati Livia Casale e Bruno Manzone e dal dottor Giovanni Mottura.

Secondo quanto riferisce l’associazione dei consumatori Aduc il liquidatore ha inviato a ciascun cliente una raccomandata in cui comunica la posizione risultante presso Arianna Sim, chiedendo di confermare o meno la corrispondenza di tali dati a mezzo pec. Viene anche rivolto l’invito a chi non è possessore di pec di attivarla per rispondere alla raccomandata ma anche per ricevere le future comunicazioni. I clienti che non hanno ricevuto la raccomandata possono comunicare la propria posizione in titoli e liquidi inviando una pec all’indirizzo [email protected]. Sempre secondo Aduc in base alle scarne informazioni giunte dai clienti stessi, chi detiene titoli non dovrebbe incorrere in difficoltà se non in quella di vedere la propria posizione bloccata chissà fino a quando. Difficoltà pare ci siano invece per la liquidità e anche per pronti contro termine con sottostanti strumenti azionari per i quali la società non avrebbe ottemperato al riacquisto dei titoli che pone fine all’operazione. In questi casi la situazione si complica soprattutto se si tiene conto che il Fondo Nazionale di Garanzia copre al massimo fino a ventimila euro per ciascun intestatario delle posizioni. Per le imprese di investimento infatti non opera il Fondo Interbancario dei Depositi. I liquidatori sono anche in procinto di cedere i rapporti contrattuali con la clientela ad intermediari interessati alla loro acquisizione. Se le trattative non dovessero andare in porto procederanno invece alla restituzione di titoli e liquidi alla clientela. Da qui l’incertezza sui tempi dello sblocco delle posizioni. Nel frattempo i patrimoni dei clienti sono amministrati in un’ottica di minimizzazione del rischio come prevede l’articolo 91, comma 11 del Testo Unico Bancario.

Ci rendiamo conto che verificare le posizioni di circa diecimila clienti costituisca un lavoro complesso, oltre che lungo, ma dopo circa sei mesi sarebbe ora che i commissari comunicassero quantomeno a grandi linee la situazione in cui versa Arianna sim, che preoccupa appunto circa diecimila persone.

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