L’obiettivo dello studio è quello di analizzare il sentiment dei promotori, monitorandone eventuali cambiamenti di opinioni sul modo di lavorare e sulle intenzioni di business in due contesti di mercato diversi.
Nel dettaglio il 75% degli intervistati ha dichiarato che oggi è in grado di seguire costantemente il 100% dei propri clienti, mentre nella precedente indagine la maggior parte è risultata vicina quotidianamente solo alla metà dei propri clienti. L’ indagine ha evidenziato che rispetto al passato, occorre maggiore capacità organizzativa (50% dei rispondenti) per poter soddisfare la maggiore richiesta di consulenza. E’ emerso anche a Novembre che i promotori devono, rispetto al passato, avere più capacità relazionale (65% dei rispondenti) oltre a conoscenze specifiche (45% dei rispondenti) sui prodotti. Molti hanno dichiarato nella parte dedicata ai commenti “liberi” che devono essere disponibili ad essere “connessi” con i propri clienti 24 ore su 24, anche nel week-end e durante i giorni di festa. Scherzosamente il 20% dei rispondenti ha dichiarato di essere diventato lo “psicologo” dei suoi clienti. Il vero nodo della professione di promotore sembra essere identificata nell’apprensione sulle performance dei prodotti venduti, quindi sulla stabilità dei gestori e delle azioni di società in portafoglio.
Il timore di default di società e dei gestori è molto forte più che nel passato. Riguardo le situazioni che generano stress sono state identificate come quelle più gravose l’apprensione per i risultati degli investimenti suggeriti (75% dei rispondenti, contro il 40% nella indagine estiva); minori guadagni rispetto al passato (65% dei rispondenti, contro il 50% nella indagine estiva); scarsa attenzione da parte della propria azienda ai problemi del promotore (30% dei rispondenti contro il 50% nella indagine estiva); riconoscimento della figura del promotore di fronte al cliente (25% dei rispondenti contro il 63% nella indagine estiva); formazione adeguata per promotori-agenti (50% dei rispondenti contro il 65% nella indagine estiva; formazione adeguata per promotori-dipendenti (52% dei rispondenti contro il 68% nella indagine estiva) Circa il supporto delle associazioni di categoria, oggi il 55% dei partecipanti all’indagine dichiara di non sentirsi abbastanza tutelato e addirittura il 15% sostiene di non voler essere rappresentato da nessuno, solo il 5% si dichiara totalmente soddisfatto,mentre il restante 25% si è dichiarato neutrale.
In generale non si notano particolari differenze nella propensione al cambiamento rispetto all’estate scorsa. La maggior parte dei promotori sembrano essere concentrati infatti su altri problemi piuttosto che sul cambiare azienda di appartenenza Il 65% dei rispondenti che dichiara di aver cambiato rete più di una volta nella propria carriera, oggi sembra non essere interessato a muoversi. Solo il 5% sta valutando nuove proposte, mentre il 30% non sa se rimarrà con la realtà attuale nel corso del 2009. Per quanto riguarda il livello di soddisfazione verso la propria azienda, si notano differenze fra promotori-agenti e promotori-dipendenti. Il 35% dei promotori-dipendenti rispondenti si dichiara poco soddisfatto, mentre risultano insoddisfatti circa il 45% dei promotori-agenti, anche se sono in molti a dichiarare che non vogliono per ora cambiare posto di lavoro. Non si notano particolari differenze rispetto all’indagine svolta in estate.