Questi strumenti al dicembre del 2007, secondo il ministero delle Finanze, riguardavano addirittura 18 regioni che avevano contratti in essere per 16,6 miliardi, ai quali aggiungere gli oltre 15 miliardi di 497 comuni e i 3,4 miliardi di 44 province: in tutto un salasso di 35,28 miliardi.
Di chi è la colpa? Beh in primo luogo degli allegri amministratori pubblici che si sono fatti abindolare in fretta dalla promessa di ottenere immediata liquidità per le loro casse esangui.
Non bisogna in ogni caso dimenticare gli altri protagonisti della vicenda.
Stiamo parlando di quel piccolo esercito di promotori finanziari sgunzagliati dalle case mandanti che hanno battuto gli uffici comunali della penisola, come fanno i leoni della foresta alla caccia di facile prede, alla ricerca di amministratori “inesperti”.
Per sfortuna nostra questi intermediari in missione per conto di Citibank, JP Morgan, Nomura, Ubs, Deutsche Bank, Merril Lynch e UniCredit, sembrano aver trovato terreno fertile presso molti dei nostri amministratori. Che in maniera non del tutto inconsapevole sono stati particolarmente rapidi nel firmare contratti derivati e arricchire la cosidetta gestione creativa.