Al di là di un’etica tradizionale che parla della sacralità della vita, secondo il promotore, la giustificazione del suicidio, in questo senso, diventa un appiglio per scansare i problemi. E la legittimità di una tale scelta, addirittura considerata da qualcuno doverosa e dignitosa, è infondata.
”La questione del suicidio apre spazi di riflessione che non possono essere liquidati con poche scontate battute. Il suicidio è un atto confuso e innaturale che le persone non dovrebbero, a ben vedere, considerare come una formula accettabile di risposta ai più vari problemi professionali”. “Io sono un promotore finanziario orgoglioso di esserlo, e non per nulla sono iscritto all’Anasf. Invito tutti i miei colleghi a non mollare e a non farsi travolgere dall’onda. Alla fine i mercati, come la vita, tendono a migliorare…”.
In conclusione il promotore attende con ansia l’istituzione dell’Organismo ed è convinto che ora sia il caso finalmente di parlare “di soluzioni della crisi piuttosto che demonizzare il mondo dell’intermediazione”.