Il regolamento, che non è ancora operativo, ma in consultazione fino al 15 febbraio, è composta da 13 articoli suddivisi in cinque titoli. Ma vediamo nel dettaglio le principali novità.
Le prestazioni delle polizze dovranno essere collegate a un indice azionario o a un altro valore di riferimento. Questo perché secondo Giannini l’innovazione di prodotto operata negli ultimi anni ha portato l’industria a proporre sempre più prodotti lontani dalla protezione e ad alto contenuto finanziario. E il presidente di ISVAP ha ribadito che questa ingegnerizzazione finanziaria ha creato dei prodotti di una complessità tale che è venuto il momento di porre dei limiti.
Già nel passato ISVAP era intervenuta con delle circolari specifiche che prevedevano una limitazione dei rischi in campo all’assicurato e che tali disposizioni avevano nient’altro che la finalità di proteggere gli assicurati e i loro investimenti. Invece i recenti fatti di cronaca hanno evidenziato delle lacune nel settore.
Il nuovo regolamento dispone che i titoli di copertura delle obbligazioni offerte non possano più rappresentare l’entità di riferimento delle prestazioni, ma esclusivamente la copertura finanziaria della compagnia a fronte degli impegni contrattuali. Quindi la compagnia dovrà farsi carico del rischio emittenti, mentre al cliente/consumatore/investitore resterà il rischio di mercato.
Sui limiti di indicizzazione dei contratti ISVAP ha stabilito che le prestazioni e i riscatti dei contratti non possono essere collegati ad attivi specifici bensì a indici azionari, indici obbligazionari e indici legati all’inflazione. Quindi sono banditi i ricorsi a valori di riferimento interni all’impresa, in quanto sono consentiti soltanto indici esterni alla compagnia. Questo per evitare che il mercato sia accusato di poca trasparenza.
Infine l’articolo 8 definisce i principi di diversificazione che le imprese di assicurazione devono rispettare. Fatta eccezione per gli attivi detenuti per replicare l’indice sottostante le imprese non possono investire in attivi dello stesso emittente o gruppo, in misura superiore al 10% del totale delle riserve tecniche.
Per il momento quindi nulla di definitivo, ma la rivoluzione è alle porte.