Consulente a metà, bancario a metà

Consulente finanziario a metà, bancario dipendente a metà. E’ la soluzione trovata da Intesa Sanpaolo che ieri ha firmato il “Protocollo per lo Sviluppo sostenibile” del gruppo affrontando e risolvendo in anticipo molte delle questioni che sindacati e banche si troveranno sul tavolo al prossimo rinnovo del contratto collettivo di lavoro.

La soluzione adottata per i 400 consulenti finanziari inseriti nel gruppo, che fino ad ora avevano lavorato come professionisti autonomi, percependo una provvigione a fronte dei contratti conclusi, prevede che ciascuno di loro sottoscriva due contratti.

Il primo è praticamente identico a quello adottato finora, e stabilisce un rapporto di lavoro autonomo di consulente finanziario per l’offerrta fuori sede. Il secondo invece è da dipendente part-time, a tempo indeterminato: questo rapporto di lavoro garantisce per la prima volta al promotore finanziario una retribuzione fissa, limitata naturalmente ai giorni in cui lavorerà con questa formula, e l’accesso al welfare e all’assistenza sanitaria di gruppo. D’altra parte per il tempo rimanente il consulente mantiene il contratto da “agente monomandatario con retribuzione variabile”.

La formula sperimentale viene adottata per i prossimi due anni, al termine dei quali il lavoratore potrà chiedere di trasformare il rapporto di lavoro dipendente da part-time a tempo pieno.

 

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