Citigroup verso un nuovo modello di business

Sono state confermate nella giornata di ieri le trattative tra Citigroup e Morgan Stanley, per la creazione di una join venture nel brokeraggio, che vedrà Morgan Stanley con una quota del 51% e la facoltà di salire entro i prossimi tre anni.
Prende quindi corpo la nuova strategia di Citigroup che intende rinunciare al modello di supermarket finanziario e separare l’attività di investment banking, che ha generato le pesanti perdite dell’ultimo esercizio, da quella di retail banking.

Le attività non centrali e più problematiche, per le quali non è possibile una dismissione nel breve periodo, dovrebbero essere trasferite all’interno di una nuova divisione, si verrebbe quindi a realizzare una sorta di bad bank.
Questa ipotesi sembra confermata dall’intervento di Ben Bernanke, tenuto ieri alla London School of Economics. Il governatore della Fed ha confermato infatti la necessità che le banche separino gli asset maggiormente rischiosi, e che il settore pubblico entri con nuovi capitali nell’azionariato di queste cosiddette bad bank.

Vikram Pandit, Ceo di Citigroup, aveva più volte confermato, nel recente passato, la strategia di non cambiare il modello di business della banca, è probabile quindi che il cambio di visione sia stato dovuto alle pressioni ricevute dalle autorità statunitensi, che sono già intervenute con un’iniezione di liquidità di 45 miliardi e la garanzia governativa di 306 miliardi di dollari sui titoli tossici emessi dalla banca.

Le prossime attività in procinto di essere dimesse da Citigroup, dovrebbero essere le unità di prestito al consumo in Giappone.

Ieri a Wall Street, nel corso di una seduta volatile, il titolo Citigroup ha chiuso in rialzo di cinque punti percentuali a 5,9, dopo il crollo del 17% di lunedì.

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