Promotori Finanziari – Vade retro dematerializzazione!

Per questo motivo il promotore ritiene che la proposta fatta dalla Consob, pronta a comprimere i costi di distribuzione dematerializzando le quote dei fondi, non potrà invertire il trend negativo.

La ritengo una fesseria assoluta – attacca il promotore”. “Sono convinto – prosegue M.S. – che i vantaggi di far quotare un fondo, le cui quote si potrebbero comprare e vendere direttamente, in particolar modo dal canale on-line, senza passare per l’ intermediazione di una rete di vendita, abbasserebbe certamente i costi ma alzerebbe clamorosamente la rischiosità dell’investimento”. Il promotore sottolinea, infatti, che scegliere come investire al meglio il proprio denaro, è sempre più difficile, in particolare ora che i mercati viaggiano in altalena e ci si appresta a vivere una lunga fase di tassi d’interesse bassi”.

“Gli ultimi tempi avrebbero dovuto insegnare a molti risparmiatori che il fai da te porta inevitabilmente verso perdite consistenti – sottolinea M.S. Nonostante trovare una consulenza in ambito finanziario stia diventando sempre più difficile, continuo a credere che non si possa fare a meno dell’aiuto di un professionista. Come potrebbe altrimenti districarsi un investitore di fronte a circa 8.500 fondi che attualmente compongono l’offerta italiana?”

In questo senso il promotore sottolinea che le tipologie di prodotti finanziari offerti sono sempre di più, come la difficoltà e la pericolosità degli stessi. Per questo motivo ritiene che la vera differenza non stia nella quantità ma nella qualità dell’offerta. “Piuttosto che inseguire una chimera, rappresentata dal Monte Titoli, ritengo che le istituzioni dovrebbero puntare maggiormente su un quadro normativo più rigido relativo alla separazione tra produzione e distribuzione”.

La vera differenza secondo il promotore sarebbe, dunque, rappresentata dal vero multibrand: “bisogna assolutamente accelerare questa tendenza. Sono convinto che la strategia multimanager sia l’unica soluzione adatta per interrompere la crisi del gestito”. Il professionista ricorda, infatti, che con questo approccio si riduce il rischio diversificando gestori e società, i promotori hanno maggiore indipendenza, si eliminano i conflitti di interesse, c’e’ maggior concorrenza, trasparenza e chiarezza e si offre infine al cliente una maggior qualità del servizio, in particolar modo in ottica consulenziale.

“Non tutte le reti, purtroppo – ammette il promotore – al momento sembrano pronte a fornire consigli imparziali, in quanto preoccupate soprattutto di vendere i propri prodotti”. Bisogna percorrere, in conclusione, tutte le strade utili ad arrivare al momento della svolta, cercando di evitare che ritornino in auge i cosiddetti BOT-people. “C’è il rischio – conclude il promotore – che tutto questo terrorismo psicologico si risolva in un abbandono definitivo del mondo degli investimenti da parte dei risparmiatori italiani. Un’evenienza che ovviamente non colpirebbe solo gli intermediari ma tutto il sistema Italia. Sempre più distante dal quadro europeo e mondiale”.

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