Mediatori creditizi in allarme, per l'80% attività a rischio

Allarme mediazione creditizia. In particolare contro l’emendamento n. 20.0.9 al DDL n. 1078 che riguarda la riforma delle professioni dei mediatori creditizi e degli agenti in attività finanziaria. Emendamento presentato dall’onorevole Luigi Casero, sottosegretario al Ministero dell’Economia, alla Direttiva 2008/48/CE che disciplina il mondo del credito al consumo.

Per le associazioni di categoria Fimec e Fiaip sarebbe necessario eliminare due principi e criteri direttivi in esso contenuti. Infatti per le associazioni presiedute da Maurizio Del Vecchio e Franco Arosio, l’impostazione generale dell’emendamento è condivisibile, ma ci sono alcuni aspetti che andrebbe a ledere l’operatività di alcuni operatori.

Nella fattispecie le due assiociazioni stimano che se passasse l’emendamento così come è strutturato l’80% dei mediatori creditizi sarebbe a rischio. Per questo i due rappresentanti chiedono subito un’audizione in Commissione Finanze e Bilancio e avviare un tavolo di concertazione che coinvolga tutti – istituzioni politiche, sindacati ed associazioni di categoria – per un confronto in Parlamento che consenta di giungere ad una stesura finale dell’emendamento che tenga conto dei punti di vista di tutti i professionisti e degli operatori del credito e della finanza direttamente coinvolti nella riforma.

I temi oggetto del tavolo di discussioni saranno da una parte l’obbligo per i mediatori creditizi di costituirsi in forma societaria. Un elemento che inciderebbe sull’attività dei mediatori che operano oggi per circa l’80% come ditta individuale. Inoltre, oltre a limitare di fatto la concorrenza, quest’obbligo non sussiste a livello Comunitario in quanto non viene imposto né nella Direttiva 2008/48/CE, né in altre direttive europee riguardanti il settore del credito. L’altro aspetto fondamentale che vede il fermo disappunto delle associazioni di categoria riguarda l’ipotesi di incompatibilità tra mediatori creditizi e di agenti in attività finanziaria, in quanto per promuovere alcuni prodotti finanziari erogati dalle banche occorre essere mediatori creditizi, mentre per altri prodotti erogati da intermediari finanziari (i cosiddetti “106 e 107”) occorre essere agenti in attività finanziaria. Pertanto l’incompatibilità tra le due figure professionali di fatto ridurrebbe la loro operatività.

Nulla invece da “reclamare” invece nella volontà di ridisegnare la disciplina legislativa in questione e riorganizzare con nuove regole l’accesso alla professione, e la stessa attività dei mediatori, esigenza non più procrastinabile.

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