Pictet: due alternative per guadagnare a inizio 2019

Siamo all’inizio del 2019 ed è tempo di riflettere sui primi spunti di asset allocation offerti dal mercato. In tal senso ci viene in aiuto l ’aggiornamento sulla strategia di investimento di Gennaio 2019 a cura di Andrea Delitala, Head of Investment Advisory e Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management. Ve la presentiamo di seguito.

I mercati di dicembre hanno disatteso completamente le speranze di chi auspicava un rally di fine anno. Gli indici azionari (in particolare quelli americani), hanno fatto registrare, nella seconda metà del mese, perdite pesanti in un contesto di liquidità di mercato molto ridotta che ha indubbiamente esacerbato la profondità del movimento. Le preoccupazioni dei mercati rimangono le medesime (tensioni sul commercio, contrazione della provvista di liquidità delle banche centrali, rallentamento della crescita globale), che hanno portato alcune classi d’attivo (governativi US in primis) a prezzare concretamente il rischio di una recessione già nel 2019.

Il mese di dicembre passa in archivio con perdite in doppia cifra per alcuni mercati (-10% sull’S&P e Nikkei), più contenute su altri (-6% su Eurostoxx e -3% sui mercati emergenti globali) a fronte di un sostanziale recupero sui mercati obbligazionari: il 10 anni Treasuries passa dal 3% di inizio mese al 2.70% di fine dicembre e i futures sui tassi a breve americani prezzano – sui prossimi 12 mesi – probabilità superiore di un taglio piuttosto che i 2 rialzi ancora previsti dalla FED nelle proprie previsioni per il 2019.

Dal punto di vista macro i timori giungono da un rallentamento macroeconomico globale che inizia a coinvolgere anche gli USA; l’indice ISM pur partendo da livelli molto elevati, arretra pesantemente sulla componente relativa ai nuovi ordini. I dati relativi all’occupazione, al contrario, si mantengono solidi in tutte le componenti (anche crescita salariale).

Rispetto a un anno fa le valutazioni dei mercati azionari sono state riportate senza dubbio su livelli più favorevoli: se valutiamo il rapporto P/E dell’indice MSCI a 12 mesi rispetto ai massimi del 2018 siamo scesi di quasi 30 punti percentuali. Per avere un termine di paragone, nel 2008 questa misura era scesa del 45%. Risulta quindi abbastanza evidente che il mercato “si sia portato avanti” nel prezzare un forte rallentamento della crescita economica nel corso dei prossimi 12 mesi. Chi ritenga probabile una recessione nel corso della prima parte del 2020 è ancora in tempo per vendere azioni ai corsi attuali che ancora non prezzano questo scenario; chi, al contrario, ritenesse che tali timori siano stati esagerati e che la recente correzione sia stata esacerbata da un contesto di liquidità scarsa (tipica durante il mese di dicembre) si ritrova indubbiamente, a inizio 2019, delle opportunità di acquisto interessanti sui mercati finanziari.

Nell’immediato i mercati porranno molta attenzione sull’andamento della negoziazione commerciale tra USA e Cina che impatterà le prospettive di crescita dell’economia globale mentre, dal punto di vista micro gli operatori seguiranno con particolare attenzione le comunicazioni delle aziende riguardo alle previsioni sull’andamento di vendite e utili per i prossimi trimestri. Sul fronte negoziale riteniamo che l’avvicinamento tra le parti sia possibile: sembra esserci una maggiore volontà da parte dell’amministrazione USA di giungere ad un compromesso nel corso dei prossimi mesi. Per quanto riguarda l’economia cinese, riteniamo che una parte del rallentamento osservato nel 2018 sia stato “indotto” dall’amministrazione stessa e che, in questo contesto, sia ora probabile uno stimolo significativo dell’attività economica attraverso la leva monetaria e fiscale.

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