Certificati, l'incertezza spinge i pac

Tra le opzioni buoni scambi per le emissioni di UniCredit, Societe Generale e Bnp Paribas, tra i certificati volumi per il bonus di UniCredit su Intesa Sanpaolo.
Tra i più scambiati del mercato [a]SeDeX[/a] di [s]Borsa Italiana[/s], il certificato bonus 128, scadenza 6 marzo 2009, emesso da UniCredit con sottostante Intesa Sanpaolo (-1,86%), l’opzione call 20.000, scadenza 18 settembre 2009, emessa da Societe Generale sullo S&P/Mib (-7,82%), l’opzione call 17, scadenza 2 marzo 2009, emessa da Bnp Paribas su Eni (+2,91%), l’opzione call, scadenza 21 agosto 2009, emessa da Societe Generale sullo S&P/Mib (-6,04%), l’opzione call 20, scadenza 1 giugno 2009, emessa da Bnp Paribas su Eni (-7,85%).

A seguito della forte incertezza ed avversione al rischio, il mondo del risparmio gestito continua a richiedere prodotti a capitale garantito; in quest’ottica leggiamo il certificato PAC crescendo plus di Societe Generale, sull’indice DJ Euro Stoxx 50, lanciato il 30 ottobre 2008 sul SeDeX.
I piani di accumulo sono prodotti finanziari di derivazione assicurativa, che aiutano l’investitore nella fase di costituzione di capitale. Il vantaggio dei PAC, rispetto alle altre forme di strumenti di natura assicurativa quali polizze e fondi pensioni, risiede nella grande flessibilità, in quanto l’importo e la periodicità dei versamenti possono essere modificati e addirittura bloccati in ogni momento senza commissioni, similmente il sottostante può essere scelto e successivamente cambiato, su quasi tutti i fondi comuni disponibili, in quest’ultimo caso tuttavia è prevista la commissione di switch, solitamente pari al punto percentuale del capitale investito.

Nonostante il termine PAC nella denominazione del certificato, le somiglianze con i piani di accumulo sono decisamente lievi, volendo trovare somiglianze con altri prodotti del risparmio gestito, vi sono piuttosto le polizze tradizionali del ramo vita.
  
Il certificato crescendo plus garantisce alla scadenza (22/10/2013) il rimborso del capitale, maggiorato di un rendimento minimo del 5 per cento a scadenza, eventuali guadagni derivanti dall’aumento dell’indice sottostante verranno riflessi nel valore del certificato. Secondo la logica dei PAC, il certificato non concentra l’investimento nell’indice sottostante in un’unica soluzione iniziale, ma diluisce il capitale nel tempo tramite un’entrata progressiva, investendo ogni sei mesi 1/10 dell’investimento inizialmente realizzato.
Tra i vantaggi del certificato vi è quindi il frazionamento temporale dell’investimento, con una riduzione del rischio derivante dai movimenti di breve del mercato, la protezione del capitale con la partecipazione ai rialzi del sottostante, e la possibilità di negoziare lo strumento sul mercato prima della scadenza. 

Dal punto di vista tecnico, lo strumento è costruito come uno zero coupon e delle opzioni call forward starting.

Il titolo è stato emesso a 100 a fine ottobre ed ora viene scambiato sul SeDeX a 106,45; il rialzo è stato premesso dal recente taglio dei tassi, che ha favorito la componente obbligazionaria dello zero coupon, e da una forte volatilità che ha aiutato le opzioni.

Per il mondo del risparmio gestito un certificato interessante, non ancora adeguatamente conosciuto dal pubblico degli investitori.

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