Etf, la dinamicità di Powershares

A livello mondiale Powershares conta 142 Etf ed una massa gestita di 22,28 miliardi di dollari, rappresentando il sesto emittente per asset in gestione; l’ingresso in Italia è avvenuto nel 2008, in un contesto finanziario non facile, che non ha impedito a Powershares di raccogliere una massa gestita di 300 milioni di Euro.

Powershares è nata per offrire “un’ulteriore alternativa nelle strategie di investimento” ai risparmiatori, che possono beneficiare dei vantaggi degli Etf, ovvero “trasparenza, liquidità, semplicità di negoziazione”, all’interno dell’offerta generale di Invesco; questa è la spiegazione fornita da Sergio Trezzi, Country Head di Invesco per l’Italia.

L’emittente statunitense ha introdotto sul mercato italiano gli Etf basati sugli indici fondamentali e quantitativi, in aggiunta a quelli da capitalizzazione già presenti, portando una forte innovazione nel mercato italiano, ad oggi non ancora completamente compresa dal pubblico retail. “L’introduzione di Etf basati su indici fondamentali e quantitativi è stata pienamente apprezzata dagli investitori istituzionali, in particolare da coloro che dispongono di un buon background finanziario, è più difficile invece per la clientela retail, perché è ancora necessario fare cultura sulla convenienza di investire su un indice quantitativo rispetto a quelli di capitalizzazione, un fenomeno che richiede tempo, come insegnato dall’esperienza negli Stati Uniti”.
E’ importante fare chiarezza sulla definizione di Etf a gestione attiva, infatti “gli Etf proposti da Invesco in Italia non sono a gestione attiva, in quanto manca un gestore sottostante, ma sono piuttosto strumenti che replicano passivamente un indice; negli Stati Uniti invece Powershares, quale unico emittente, ha lanciato Etf a gestione realmente attiva, ovvero con un gestore sottostante”.

Ad eccezione del [s]Powershares[/s] Eqqq Fund, basato su un indice di capitalizzazione come il Nasdaq, ed il monetario Euromts Cash 3 Months Fund, gli scambi giornalieri sull’Etf Plus di Borsa Italiana sono piuttosto modesti, bisogna osservare tuttavia che “la maggior parte degli scambi degli Etf di Invesco avviene tra gli istituzionali e molti di questi negoziano fuori dalla Borsa. I diversi market maker comunque garantiscono costante liquidità su tutti i titoli, tuttavia solo aumentando la negoziazione in borsa potremmo aumentare la visibilità della liquidità dei nostri Etf, sebbene ad oggi non abbiamo mai riscontrato un problema a questo riguardo”.

La consolidata avversione del canale distributivo italiano, nei confronti dell’offerta di prodotti di società estranee al gruppo, non spaventa Invesco in quanto “ormai, grazie al buon livello di informazione, la clientela richiede specifici prodotti”, tuttavia “nel breve non sarà facile scardinare questo sistema distributivo, che rappresenta una peculiarità dell’Europa”. A riguardo è interessante osservare la visione di Invesco sulla relazione tra fondi comuni ed Etf; “gli Etf non sono un’alternativa ai fondi, ma sono complementari, la presenza di inefficienze del mercato sono la discriminante per valutare il giusto strumento di investimento, non è possibile pensare che tutto sia a gestione passiva”.

A conferma della costante dinamicità della società, nel 2009 è previsto il lancio di 41 Etf a livello mondiale, mentre a brevissimo in Italia la società introdurrà un nuovo Etf sui mercati emergenti della regione medio orientale.

Con riferimento alla presenza degli emittenti sul mercato italiano, l’uscita di SPA è valutata come “un fisiologico consolidamento in un mercato ancora giovane; fondamentale per riuscire a restare presenti in un mercato, a fronte dei cali dell’ultimo periodo, è una solidità struttura alle spalle”.

Per il mondo del risparmio gestito italiano, l’offerta di Invesco nel segmento degli Etf, rappresenta un’ulteriore fonte di diversificazione, contraddistinta da un buon livello di innovazione.

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