Certificati – Il migliore dell'anno è di Banca IMI

Agli Italian Certificate Awards di quest’anno, l’Inflation Protection CPI FOI Ex Tobacco Unrevised di Banca Imi, del quale si è avuto modo di parlare in passato (IMI punta sul rialzo di oro e inflazione), è stato ritenuto il miglior certificato dell’anno. Inoltre, il Benchmark Short su DJ Eurostoxx Banks ha vinto il primo premio quale miglior certificato a partecipazione. Banca IMI, infine, ha ottenuto il secondo posto come miglior emittente di certificati d’investimento. Alberto Mancuso, responsabile Retail & Private Banking Investment di Banca IMI, ci parla del successo della banca d’investimento alle premiazioni di quest’anno.

L’Inflation Protection CPI FOI Ex Tobacco Unrevised di Banca IMI è stato ritenuto il miglior certificato dell’anno agli Italian Certificate Awards. Da cosa nasce il successo di questo prodotto?
La selezione del sottostante, innovativo rispetto a quelli utilizzati sino ad oggi, ed il fattore di partecipazione al rialzo, sicuramente consistente, hanno rappresentato le chiavi del successo di questo strumento.
Intesa Sanpaolo Private Banking, che ha collocato questo certificato sulla propria rete, ha permesso ai clienti di rendere più efficiente l’asset allocation dei loro portafogli inserendo uno strumento a 5 anni, non correlato all’andamento dei mercati azionari che dà esposizione alle eventuali dinamiche inflative. Infine, ricordiamo l’estrema semplicità della struttura finanziaria sottostante.

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l certificato a partecipazione Benchmark Short su DJ Eurostoxx Banks ha ricevuto, invece, il primo premio nella sua categoria. Quali caratteristiche di questo strumento hanno attratto gli investitori al punto da votarlo come miglior certificato a partecipazione dell’anno?
In questo caso la chiave principale di successo è da individuare nel timing dell’emissione. Questo certificato benchmark short, insieme ad altri 14 certificati, è approdato alle negoziazioni al Sedex alla fine dello scorso mese di luglio. In quella occasione abbiamo concordato, insieme ai nostri traders, l’emissione di strumenti long e short su diversi indici settoriali, anche per offrire la possibilità ai nostri clienti di implementare strategia di relative value (realizzate dal contemporaneo acquisto di uno strumento long e di uno strumento short), in modo da catturare l’alpha di mercato.
Altro punto di successo è da ricercare nella modalità di market making che, offrendo dei bid offer spreads molto contenuti, ha contribuito ad accrescere l’appeal di questo strumento. Infine, segnaliamo la quasi totale assenza di strumenti simili ed alternativi al nostro delta 1.

Banca IMI ha ottenuto il secondo posto quale emittente di certificati d’investimento. Quali fattori rendono Banca IMI leader in questa categoria? Su quali investment certificate punterete nell’arco dell’anno, anche al fine di vincere le prossime premiazioni? 
All’inizio dello scorso anno abbiamo concentrato i nostri sforzi sulla trasparenza, sulla semplificazione dell’offerta in termini di pay off e nella ricerca di sottostanti che potevano offrire ai risparmiatori delle alternative agli indici azionari. Crediamo che questa strategia abbia contribuito notevolmente a permetterci di raggiungere il favore dei risparmiatori.
Le nostre aspettative sono ancora verso mercati azionari molto volatili e, per tale motivo, affiancheremo all’offerta di certificati di investimento legati al mondo azionario anche numerosi strumenti che permetteranno ai risparmiatori di investire su altre asset classes. Abbiamo, nell’ultimo mese, iniziato ad offrire degli strumenti, con protezione del capitale alla data di scadenza, la cui performance è legata all’andamento dei trassi di cambio. Crediamo molto interessante anche il mondo delle materie prime “industriali” e dei titoli “energetici” i cui corsi dovrebbero poter beneficiare dell’eventuale ripresa dell’economia. Proveremo ad introdurre, verso quei clienti che presentano una propensione al rischio maggiore degli strumenti con protezione parziale del capitale investito, strumenti che possono permettere di partecipare all’eventuale rialzo del sottostante in modo più che proporzionale e strutture di tipo “autocallable”.

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