Etf – Africa contro Asia

Il Market Access FTSE/JSE Africa Top 40 Index Fund (LU0270000028) di ABN Bank NV, ha quotato ieri intorno ai 18,20 euro (ore 16.15), in rialzo del 2,40% sulla precedente negoziazione di borsa. Il massimo annuale di questo strumento è stato registrato il primo giugno 2009 (19,66 euro), mentre il minimo il 9 marzo (12,62 euro). Il massimo storico è stato addirittura di 33,18 euro (il 30 ottobre 2007), mentre il minimo non poteva essere che nel 2008, il 20 novembre (12,25 euro). Il grafico a 6 mesi mostra l’andamento dell’etf:

Con un TER annuo pari allo 0,70%,  il Market Access FTSE/JSE Africa Top 40 ha l’obiettivo di replicare la performance dell’indice da cui prende il nome. L’indice FTSE/JSE Africa Top 40 riassume l’andamento delle maggiori società sudafricane, dall’industria alla finanza. Le società incluse sono le 40 circa a maggiore capitalizzazione fra quelle selezionate per la serie FTSE/JSE. Il rischio maggiore connesso a questo etf consta nell’esposizione valutaria verso il dollaro ed il riad sudafricano. 

Il Market Access DAXglobal Asia Index Fund (LU0259323235), invece, emesso il 4 luglio 2007, al momento sta quotando a 23,14 euro (9 luglio ore 16.44), in rialzo dell’1,14% rispetto all’8 luglio. Il massimo annuale di questo etf è stato registrato l’11 giugno 2009, quando lo strumento ha quotato a 24,66 euro; il minimo, invece, è stato toccato il 2 marzo, con 14,99 euro per etf. Da quanto questo strumento è quotato su Borsa Italiana ad oggi, il massimo storico è stato raggiunto il 27 dicembre 2007 (31,77 euro), mentre il minimo storico è stato registrato in data 20 novembre 2008 (14,38 euro). Anche il TER annuo di questo prodotto è pari allo 0,70%. Il grafico mostra il trend del fondo a 6 mesi:

Il DAXglobal Asia Index riassume la performance dei più importanti 10 Paesi dell’Asia, Giappone escluso. L’indice è composto dalle azioni delle 40 maggiori società dei Paesi asiatici emergenti. Ogni Paese è incorporato sulla base della performance economica: il Prodotto Interno Lordo di ciascun Paese determina il numero di società inserite nell’indice. Il numero massimo di azioni per singolo Paese non può essere superiore a 12, in modo tale da assicurare una bilanciata ripartizione e diversificazione tra i vari Stati.

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