Sedex, il vuoto dietro l'indice FTSE Mib

In ordine di contratti scambiati, i primi 10 sottostanti negoziati a giugno vedono il dominio, come sempre, nella scelta di strumenti riferiti all’indice di blue chip italiano FTSE Mib, con una media di contratti scambiati giornaliera pari a 4.998 ed un totale di 109.948 strumenti legati all’indice, un peso del 65,72%. Dopo il FTSE Mib il distacco. Titoli quali Eni, Fiat, Unicredit ed Enel restano i sottostanti preferiti dal pubblico investitore, sia riferiti a certificates che a covered warrant. Sommati, i pesi di questi sottostanti raggiungono il 17,03%, praticamente un quarto della percentuale rivestite dall’indice ex S&P/Mib.

In termini di controvalore scambiato, invece, l’indice FTSE Mib primeggia sempre, ma con un peso più basso, comunque significativo, pari a quasi il 50%: 379,95 i milioni di euro di controvalore raccolto, con una media giornaliera scambiata, pari a 17,27 milioni. Eni segue con un peso del 26,47% sul totale e 202,84 milioni di euro di controvalore scambiato a fine giugno. Cumulativamente, ossia considerate unitamente, le percentuali dei due sottostanti raggiungono il 76,05%. Si pensi che, rispetto all’indice FTSE Mib, l’altrettanto importante sottostante DJ Eurostoxx 50, l’indice delle blue chip europee, riscontra in controvalore scambiato solo un peso del 2,06% sul Sedex, con gli strumenti ad esso riferiti che hanno registrato un controvalore complessivo di 15,76 milioni di euro.


                                 (estratti dai report mensili di Borsa Italiana)

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