UniCredit, la più grande emissione dell'anno

Il 21 settembre Unicredit ha emesso 388 nuovi covered warrant su azioni, indici, tassi di cambio e materie prime. Si tratta della più grande emissione dell’anno, ideata per mettere a disposizione degli investitori un maggior ventaglio di scelta.

Si tratta, in particolare, di 289 CW su azioni (tra le quali A2A, Ansaldo, Buzzi, Campari, Cir, Erg, Fondiaria-Sai, Geox, Impregilo Italcementi, Lottomatica, Luxottica, Mondadori, Parmalat, Pirelli & C., Prysmian, Telecom Italia Risp. e Unipol), inoltre, in esclusiva, Unicredit mette a disposizione azioni sulla scadenza marzo e giugno 2010 (Atlantia, Autogrill, Banca Pop. di Milano, Banco Popolare, Bulgari, Montepaschi, Snam Rete Gas, STMicroelectronics e Tiscali), e marzo 2010 (Mediaset, Mediolanum e Unione di Banche Italiane). Tra gli altri titoli sottostanti, anche Enel, Eni, Fiat, Generali, Intesa SanPaolo, Saipem, Telecom Italia e Tenaris.

L’offerta ha messo a disposizione anche 18 CW su indici, con il Nasdaq 100, Nikkei225 e S&P500 in esclusiva con scadenza  marzo 2010, e altre scadenze mensili per l’indice FTSE/MIB: gennaio, febbraio, marzo e giugno 2010 con strike da 13000 a 29000.
L’emissione ha proposto pure 22 covered warrant sui tassi di cambio, nel dettaglio EUR/GBP e con scadenza marzo 2010 su EUR/JPY ed EUR/USD. Infine, i 19 CW su materie prime vedono il  Future Petrolio WTI 03/10, ma anche i beni rifugio oro e argento.

In termini di volumi sul mercato Sedex, si registra una crescita continua degli scambi durante il 2009. A settembre la media giornaliera si attesta a più di 41 milioni di euro rispetto ai 34 dei primi quattro primi mesi del 2009 ed ai 38 milioni del periodo successivo (maggio – agosto). La ripartizione attuale dei volumi vede i Covered Warrant in testa negli scambi con il 60% dei volumi, seguiti dai certificati a protezione con il 22% e dai certificati bonus con il 6%. La predominanza dei Covered Warrant in termine di scambi riflette la natura di questi ultimi, più adeguata a transazione di breve termine rispetto ai certificati, destinati a strategie di investimento di medio termine.  In termini di sottostanti, predominano quelli nazionali: l’indice FTSE/MIB rappresenta il 50% degli scambi mentre le azioni italiane il 30%.

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