Etf – Il private equity internazionale

Il Lyxor Etf Privex (FR0010407197), collocato il 10 gennaio 2007, replica le performance delle 25 azioni delle società più importanti e liquide che operano nel settore del private equity, negoziate sulle borse mondiali. Dal venture & development capital al buy-out, l’indice riflette tutte le varie tipologie d’investimento ricomprese nel settore del private equity. Le società inserite nell’index sono selezionate in base alla capitalizzazione di mercato aggiustata per il flottante; inoltre, i pesi delle società che compongono l’indice non possono superare il 15%.


                 (Borsa Italiana, al 18 febbraio 2009)

Nel 2008, il fondo ha registrato una performance a 12 mesi negativa, pari al -63,73%. Da inizio anno al 24 settembre, l’etf presenta uno year to date pari al 28,74%. Al 25 settembre, il fondo presenta un rendimento a 3 mesi pari all’11,85%, a 6 mesi pari al 56,59% e ad un anno pari al -35,8%. Il patrimonio gestito è pari a 33,52 milioni di euro.

Su mille euro investiti un anno addietro, al 24 settembre il fondo ne corrisponde 637, più del doppio rispetto ai 314,8 del ribasso conosciuto il 10 marzo. Il Lyxor Etf Privex ha un TER pari allo 0,70% e distribuisce dividendi, di cui l’ultimo staccato il 18 settembre e pari a 0,10 euro. I precedenti erano stati pari a 0,20 euro (il 10 settembre 2007) e a 0,24 euro (l’8 settembre 2008).

Il settore del private equity è caratterizzato da investitori istituzionali che effettuano operazioni di acquisizione di quote azionarie di società, a volte apportando anche nuovi capitali. Tali operazioni vengono solitamente svolte nella prospettiva di crescita delle aziende rilevate, in modo da sfruttare meglio le loro potenzialità o in maniera diversa dalla precedente gestione, vuoi per rivenderla successivamente, vuoi per trarne un vantaggio in termini borsistici. Si tratta, comunque, di interventi improntati in un’ottica di lungo periodo, per questo motivo Lyxor consiglia un periodo d’investimento superiore ai 5 anni.

Questo fondo presenta una bassa correlazione con bond ed azioni, pertanto potrebbe essere utile in un’ottica di diversificazione di portafoglio, come alternativa ai sottostanti più tradizionali. Come le azioni, però, anche il mercato del private equity ha fortemente risentito della crisi, con il numero delle operazioni che si sono ridotte a livello internazionale, soprattutto il numero delle grandi operazioni, quelle che mettono in gioco ingenti quantità di risorse. Eppure, in questo inizio del 2009, ma anche a fine 2008, le acquisizioni non si sono fermate: si pensi alle recenti vendite di molti istituti finanziari di alcune proprie divisioni a fondi di private equity per rafforzare la propria patrimonializzazione. Inoltre, dipende anche dai settori considerati: è il caso del comparto industriale, che ha continuato a mostrare livelli in linea con quelli degli anni precedenti. In chiave più allargata, ad ogni modo, il settore potrebbe presto rilanciarsi, avendo conosciuto dai ribassi di marzo già un parziale recupero dei picchi passati.

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